Prima dell’orco verde c’era un uovo. E una gattina ribalda… Messe da parte le avventure dell’orco Shrek, la Dreamworks propone Il gatto con gli stivali, spin off dedicato ad uno dei personaggi più amati della saga di Shrek, comparso solo nel secondo episodio, ma in grado di rubare subito la scena all’orco e al ciarliero Ciuchino (soprattutto per i suoi occhioni dolci e traditori). Diretto da Chris Miller, già in regia in Shrek Terzo, il film utilizza il celebre character di Charles Perrault per un’avventura “pre-Shrek”. Il suo partner è l’uovo Humpty Dumpty, amico d’infanzia; i due si sono temporaneamente separati per un litigio anche se le loro strade sono destinate ad intrecciarsi nuovamente. Il Gatto malandrino, con tanto di taglia sulla testa, è alla ricerca dei fagioli magici, in mano ai perfidi Jack e Jill, per raggiungere il castello del gigante dove è custodita la preziosa oca dalle uova d’oro. Ritrovato Humpty, ora geniale inventore e con la complicità della lesta Kitty Zampe di Velluto, ladra abile e scaltra, il Gatto parte per l’avventura di una vita: le sorprese non mancheranno.
Il gatto con gli stivali sceglie la dimensione avventurosa, pur mantenendo lo spirito divertito della serie del simpatico orco verde. Meno dissacrazione favolistica (come accadeva nelle storie di Shrek che derivano dai libri di William Steig, con le celebri fiabe “ribaltate” con chiaro intento spiazzante) e più attenzione all’eroismo, in uno spettacolo ben fatto e ben congegnato, con un protagonista, doppiato anche in italiano da Antonio Banderas che ormai è tutt’uno con il simpatico felino, accattivante e irresistibile, capace anche di darsi alle danze in vorticosi balli con la sinuosa Kitty. C’è pure il 3D per chi vuole scegliere la versione con gli occhialini.
Cinecittà di Paolo Pagliarani