Oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta”.
Lo ha detto il Papa, prendendo la parola Lunedì dell’Angelo, durante l’incontro di preghiera degli adolescenti italiani con il Santo Padre, promosso dalla Cei.
Nel primo incontro pubblico in piazza San Pietro dopo la pandemia, 80 mila fra ragazzi ed educatori, accompagnati da 60 vescovi, hanno riempito l’area abbracciata dal colonnato del Bernini fino a Via della Conciliazione: e Francesco ha ricambiato il loro caloroso abbraccio, spingendosi ben oltre i confini della piazza a bordo della papamobile.
Subito prima, gli adolescenti hanno vissuto un momento di festa ascoltando le testimonianze dei loro coetanei e le canzoni di due dei loro beniamini: Blanco e Matteo Romano, l’uno vincitore e l’altro concorrente al Festival di Sanremo di quest’anno.
“ Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati”, il grido d’allarme del Papa a proposito delle nubi non solo di guerra che si stagliano all’orizzonte: “ Tanti fratelli e sorelle attendono ancora la luce della Pasqua”.
“ Grazie di essere qui!”, il saluto iniziale: “ Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti e del vostro entusiasmo. Due anni fa, il 27 marzo, venni qui da solo per presentare al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore a pregare insieme alle vostre famiglie”.
“ Sono passati due anni con la piazza vuota – ha proseguito a braccio – e alla piazza gli è successo come quando noi facciamo il digiuno: la piazza ha sofferto il digiuno, e ora è piena di voi!”.
“ Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli”, l’analisi di Francesco: “ Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Tutti noi abbiamo paura del buio! Le paure vanno dette, bisogna esprimerle per mandarle via! Vanno messe alla luce, e quando vengono messe alla luce, scoppia la verità. Il buio ci mette in crisi, è vero, ma durante le crisi si deve parlare: vanno illuminate, per vincerle!”.
“ Se oggi siamo qui, lo dobbiamo a questi ragazzi!”, il saluto del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei: “ Chissà che questi ragazzi, oggi, ci aiutino davvero a riprendere le fila del Vangelo, dentro questa storia, drammatica e appassionante, nella quale il Signore ci chiede di testimoniare la nostra fede”, l’auspicio del cardinale, che oltre agli adolescenti arrivati da tutta Italia ha ringraziato i loro accompagnatori, i loro vescovi e i loro educatori.
“Voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete il ‘fiuto’ per trovare il Signore: non perdetelo!”, la consegna a braccio del Papa. “Il fiuto vi porti alla generosità”, ha proseguito lasciando da parte il discorso scritto: “Non abbiate paura della vita, la vita è bella, per darla agli altri, per condividerla con gli altri!”.
“ Nei momenti di difficoltà, i bambini chiamano la mamma”, il riferimento finale a Maria: “ Lei aveva circa la vostra età quando accolse la sua vocazione straordinaria di essere la mamma di Gesù. Vi aiuti lei a rispondere con fiducia il proprio ‘Eccomi’ al Signore. Lei vi insegni a dire ‘Eccomi’ e a non avere paura. Coraggio e avanti!”.
Da Rimini in 800
Anche la Diocesi di Rimini ha risposto in modo entusiasta e partecipato, addirittura inatteso per gli stessi organizzatori. Sono stati infatti più di 800 i ragazzi (dai 12 ai 17 anni) e gli educatori, accompagnati dal vescovo Francesco, che dalla nostra Chiesa si sono messi “in cammino” in questo pellegrinaggio verso Roma, appartenenti ad associazioni, movimenti, scuole medie e superiori e più di 20 parrocchie.
Abbiamo interpellato don Raffaele Masi, fra gli organizzatori dell’evento per la diocesi riminese.
“È stato un cammino che non solo ci ha fatto incontrare la Chiesa di Italia, ma un momento forte anche a livello diocesano: a livello organizzativo-logistico dove abbiamo davvero camminato insieme facendo rete tra parrocchie vicine e mettendo a disposizione i vari posti sui pullman per far sì che ognuno potesse partecipare; sia a livello di relazioni tra gruppi parrocchiali e associazioni che hanno camminato insieme fisicamente a Roma e in senso spirituale nella preparazione all’evento”.
Da Rimini eravate davvero tanti…
“Per la nostra Chiesa diocesana è stata sicuramente una sorpresa vedere questa forte adesione. Riteniamo che sia stata non solo l’entusiasmo di una ‘gita fuori porta’, come spesso è tradizione a pasquetta, ma il desiderio profondo di sentirsi Chiesa, sentire che non si è da soli, che il cammino è ancora più bello quando questo è condiviso.
È stata davvero una grande festa che ci ha portato a respirare la gioia e l’entusiasmo dei nostri giovani, di coloro che davvero hanno voglia di costruire un futuro bello e di pace. Preghiamo il Signore di saper cogliere, come Chiesa diocesana e nazionale, questo entusiasmo e di saperlo coltivare”.
Un successo per la Pastorale Giovanile e Vocazionale dopo gli anni difficili del Covid… “È stato grande il lavoro che la Pastorale Giovanile Vocazionale della nostra Diocesi ha messo in campo per far sì che davvero potesse essere un’esperienza forte, partecipata e coinvolgente. Ci sentiamo davvero di ringraziare don Alessandro Zavattini e il diacono Davide Carroli per il lavoro che come Ufficio hanno fatto e stanno facendo, per far sì che i nostri ragazzi possano ripartire con nuovo slancio dopo questi anni molto sofferti”.
Il contenuto più importante dell’evento si è espresso in un duplice invito…
“Prima di tutto quello di papa Francesco e della CEI che hanno convocato i giovani in piazza per far sentire la freschezza della loro voce di giovani cristiani entusiasti della vita, un’ondata di freschezza da far cogliere a tutta la Chiesa. Ma l’invito più importante, rivolto anche a ciascuno di noi, è quello di Gesù che a Pietro ha rivolto la grande domanda della vita: «Simone, MI AMI?»; e la proposta forte: «SEGUIMI ». I nostri ragazzi erano preparati a questa proposta perché insieme avevano avuto modo di riflettere sul testo evangelico del vangelo di Giovanni al capitolo 21”.
Prima dell’incontro con il Papa, come ragazzi ed educatori della Diocesi di Rimini, avete incontrato il vescovo Francesco.
“Certo, il nostro Vescovo ha voluto incontraci tutti insieme nella chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini prima di entrare in piazza; ha messo in evidenza il contenuto della festa, infondendo nei ragazzi il giusto entusiasmo per vivere il momento e per rispondere con la propria vita alla proposta che Gesù fa ad ognuno. In piazza poi, le testimonianze e le parole di Papa Francesco l’hanno ribadito forte, mettendo in luce come la risposta a questi inviti sono la via d’uscita dalla notte della fatica, della frustrazione e della paura”.
Dopo l’incontro col Papa non tutti avete fatto la scelta del pronto ritorno a casa… “Per molti la giornata si è conclusa con il rientro a casa nella notte. Mentre per altri il cammino è continuato su varie tipologie di esperienze: chi si è fermato a Roma ad incontrare realtà significative presenti nella capitale; chi invece si è spostato verso Terni dove ha concluso il pellegrinaggio con l’incontro e la testimonianza con suor Michela Elisabetta della Ss. Trinità, suora carmelitana di 43 anni, ex pallavolista e originaria proprio della nostra diocesi, ora in convento a Terni. Tutte insieme, queste esperienze, hanno contribuito a rendere ancora più forte l’invito che ci è stato rivolto: «SEGUIMI» a cui i ragazzi hanno cominciato a rispondere a Roma e continueranno a fare nei nostri cammini parrocchiali e diocesani”.
Michela Nicolais e Giovanni Tonelli