Privilegiando la scena italiana, la trentottesima edizione del Festival di Santarcangelo punta su quello che di più interessante viene realizzato dai teatranti del nostro paese. Trenta sono le compagnie ospiti che si esibiranno dall’11 al 20 luglio, precedute il 10 da un prologo musicale che vedrà impegnato il compositore Giovanni Sollima insieme ai violoncellisti della Scala. Fulcro dei diversi appuntamenti sono i palcoscenici che offrono Santarcangelo, in primo luogo, poi Longiano e Villa Torlonia (a San Mauro).
Dopo le dimissioni del direttore artistico Olivier Bouin, quest’anno la gestione del festival è affidata allo stesso Consiglio di Amministrazione e al suo presidente Sandro Pascucci, che si sono impegnati nel rilancio della manifestazione. Il primo atto di questa volontà è espresso dalla coproduzione degli spettacoli di Teatrino Clandestino e Fanny & Alexander. Il gruppo bolognese, di cui verrà anche ripreso uno storico lavoro come L’idealista magico, propone in prima nazionale (dal 16 al 18 luglio) Candide o il bastardo, tratto da Voltaire e che avrà come soggetto – c’è da scommetterlo – la ricerca del migliore dei mondi possibili. I ravennati Fanny & Alexander, impegnati nel loro OZ-Project, ne propongono due tappe: quella più vecchia, intitolata Kansas, e la prima assoluta Emerald City (dall’11 al 15), dove gli spettatori con occhialini in 3D entreranno in un incubo televisivo.
Tra i nomi di spicco non potevano mancare i Motus che, il 17 e 18, esplorano le contraddizioni delle nuove generazioni attraverso X (ics) Racconti crudeli della giovinezza [x.02 movimento secondo]. Altro ospite eccellente è la Raffaello Sanzio che ripropone (18-20) lo splendido Buchettino concepito per i bambini ma adattissimo anche agli adulti, dove gli spettatori seguono la favola infilati ciascuno in un lettino.
Si prospetta interessante Lev, ultima fatica dei romani Muta Imago, mentre Giulio Casale ripropone uno spettacolo di successo, come
Formidabili quegli anni, tratto dall’omonimo libro di Mario Capanna. Di tutt’altra impostazione, invece, Materia grigia video installazione di Carloni e Franceschetti.
Come sempre ricchissima la rappresentativa di danza, declinata perlopiù al femminile. Si comincia con la giovane Teodora Castellucci e la sua compagnia Dewey Dell, al centro di una performance che l’ha già consacrata a livello europeo. Coreografa emergente è Simona Bertozzi impegnata in Terrestre (in progress n.1), un’anteprima nazionale, così come quella di Paola Bianchi, Per figura sola. L’originale proposta di Francesca Grilli, Arriverà e ci coglierà di sorpresa, è una maratona di liscio per due anziani danzatori che fa i conti con la paura dell’invecchiamento e della morte.
Fra gli altri ospiti Kinkaleri con Alcuni giorni sono migliori di altri una rielaborazione dello shakespeariano Giulietta e Romeo, frutto di una coproduzione con il festival. Nuove proposte di danza vengono da Comfort di Mk e da What Burnd Never Return, esplorazione delle relazioni fra corpo umano e spazio urbano, una prima assoluta di Ooffouro.
Da tenere d’occhio un gruppo come Pathosformel: presenteranno due lavori in bianco e nero, La timidezza delle ossa e Volta, oltre a La più piccola distanza, quest’ultima un’anteprima nazionale.
Nel ricco elenco non potevano mancare gli appuntamenti musicali. Grande è l’attesa per l’Orchestra di Piazza Vittorio, che si esibirà l’11, ma anche per la festa musicale react!/aksè (il 19) animata dai partecipanti al nuovo progetto di residenza che lega Santarcangelo, Longiano e l’Arboreto di Mondaino. Più tante altre proposte di artisti e gruppi meno noti che, come succede in un festival, spetterà allo spettatore scoprire.
Giulia Vannoni