I piccoli e grandi teatri della provincia anche quest’anno assegnano un posto d’onore alle rassegne in dialetto. Lingua che sopravvive ormai solo in poche famiglie che hanno la fortuna di avere anziani “parlanti” oppure sui palcoscenici: qui, dietro le quinte, la fiamma è mantenuta accesa da centinaia fra attori, autori, registi, tecnici vari.
In platea, invece, migliaia di appassionati seguono le compagnie storiche e quelle più giovani che portano nuova linfa al settore. Roba da fare invidia al teatro in lingua.
Fra gennaio e marzo gli spettatori più fedeli non hanno che l’imbarazzo della scelta, con tante proposte che spesso si sovrappongono (purtroppo) nella stessa data.
Anche nel 2012 al primo posto, per numero di rappresentazioni fra il 14 gennaio e il 18 marzo, troviamo la rassegna “I sabat dé dialèt” organizzata dalla compagnia “Jarmidied” (nella foto) di Maurizio Antolini presso il Teatro della parrocchia riminese Gesù Nostra Riconciliazione. Giunta ormai alla 13ª edizione (e fortemente sostenuta dal parroco don Domenico Valgimigli), la rassegna ha assunto un peso rilevante nelle attività di teatro dialettale offerte in Romagna anche perché nel programma propone le migliori compagnie del riminese e anche due gruppi importanti del cesenate (“La Broza” e gli “Hermanos”).
Altra rassegna storica, coi suoi 14 anni di anzianità, è quella diretta da Mario Bassi per la Banca Romagna Est. Intitolata “Paròli”, è riservata ai soci e ai clienti della banca di credito cooperativo. Fra il 26 gennaio e il 6 marzo nove serate alternanate tra il Teatro Astra di Bellaria e il Moderno di Savignano.
Al Novelli di Rimini le quattro rappresentazioni riservate al vernacolo sono iniziate in dicembre e proseguono il 7 gennaio con la commedia di Pier Paolo Gabrielli In maschera? Mai piò proposta dalla compagnia “La Carovana”. Ulteriori appuntamenti il 28 gennaio con Do marid e mèz proposta da “E Teatre Rimnes” e il 4 febbraio con E dievul ui fa e pù j’acumpagna messa in scena dalla compagnia “Jarmidied”.
Al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano ci saranno tre serate in febbraio: il 4 con la compagnia “La Carovana”, l’11 con gli “Jarmidied” e il 18 con “Quei chi n’ha ben e chi’n lascia ‘ve ben” di Casinina.
A Cattolica e a Saludecio si sente l’influenza del dialetto marchigiano: al Teatro della Regina, infatti, dopo il debutto del 21 gennaio con la compagnia “E Teatre Rimnes” si prosegue il 25 febbraio con l’accento pesarese portato dalla compagnia “Il faro” che presenta El bar d’la Pepèna e il10 marzo con l’associazione teatrale “Le ombre” che presenta E po un titol al truvem.
Stesso testo, quest’ultimo, che il 28 gennaio apre il sipario del Teatro Verdi di Saludecio, dove la rassegna dialettale, con cinque date, terminerà il 17 marzo.
Anche il cinema Teatro Tiberio di San Giuliano (Rimini) riapre le porte al teatro dialettale. Saltato il trittico previsto in gennaio con la nuova produzione della Nova Cumpagnia de Borg, ovvero la compagnia stabile del Cinema Teatro, il Tiberio propone la Compagnia Sammartinese il 4 febbraio, e la compagnia di Bellariva il 18 febbraio. In arrivo una terza serata con una terza compagnia.
Mancano ancora i programmi di alcuni teatri, fra cui il Rosaspina di Montescudo, il Malatesta di Montefiore, e di altre realtà come parrocchie e associazioni, che ogni anno tengono viva l’attenzione sulla nostra lingua madre. e non si può concludere senza citare il più prolifico autore riminese: Guido Lucchini, che propone Do marid e mèz, la sua quarantacinquesima commedia. Con la certezza che ha già messo mano alla prossima. Perché, come dice spesso: “Scriv u m’fa ste bein, e sa stàg bein a scriv (scrivere mi fa stare bene, e se sto bene scrivo)”.
Conferma il riminese Maurizio Antolini, presidente provinciale della F.I.T.A. (Federazione Italiana Teatro Amatori): “Quando parliamo di tradizioni romagnole non possiamo non occuparci di teatro dialettale, che è strumento efficace per rappresentare il contesto socio-culturale del passato e della nostra storia. Questa pratica espressiva è in espansione nella nostra provincia ed è costituita da un discreto numero di compagnie, formate da un piccolo esercito di amatori che si esibiscono sui palcoscenici del nostro circondario e non solo”.
Maria Cristina Muccioli