Il dialetto di Mercatino Marecchia (l’attuale Novafeltria) è diverso da quello riminese e anche da quello delle sue frazioni, come ad esempio Perticara, con inflessioni della zona sarsinate. Sfumature, dittonghi, accenti… Chi, ormai, può conoscere a menadito queste differenze? Un esperto di questo territorio esiste e ha un nome e un volto preciso. Classe 1939, dinamico, oltre che dei nipotini si occupa di diverse altre attività: Domenico Bartoli, ex insegnante elementare, risiede a Rimini ma è orgoglioso della sua origine montefeltrese.
O è meglio dire “de’ Mercatèin”?
”Sono di Mercatino Marecchia. – tiene a sottolineare, ricordando il nome con cui fino al 1941 era chiamata l’odierna Novafeltria – Vivo a Rimini ormai da quasi cinquant’anni, ma sono rimasto molto legato al mio paese. Potrei definirmi uno che da parecchi anni s’interessa di «cultura popolare». Dal 1991 sono entrato a far parte del gruppo ’L’Uva Grisa’ che nasce a Bellaria Igea Marina nel 1981, come esperienza artistica di aggregazione e di ricerca permanente intorno alla cultura tradizionale in Romagna. Da due anni mi sto impegnando in un’attività di volontariato collaborando con l’associazione per disabili «Tana libera tutti» di Novafeltria. Da una trentina d’anni scrivo racconti in dialetto su personaggi legati alla storia di Mercatino Marecchia e uno di questi mi è stato pubblicato dalla Università Aperta Giulietta Masina e Federico Fellini, sezione di Novafeltria. Il titolo di questo racconto lungo è Alessi Giovanni detto Jach, che ripercorre la storia di una famiglia che da Talamello emigrò negli Stati Uniti d’America nell’anno 1911, vi restò undici anni e al ritorno in Italia, nel 1922, si stabilì a Mercatino Marecchia. Altri racconti brevi mi sono stati pubblicati sulla rivista La Ludla dell’Associazione Friedrich Schurr.”
Ma com’è il dialetto di Novafeltria ?
”Il dialetto, insisto nel dire di Mercatino Marecchia, lo definirei un dialetto di «confine» – spiega il maestro Bartoli – perché subisce l’influenza delle vicine Toscana e Marche, ma la sua è una matrice chiaramente riminese, anche se risente dell’influenza del dialetto di Santarcangelo di Romagna e di Cesena. La sua terminologia nel suo complesso è comunque legata soprattutto al dialetto riminese, anche se è più piatto e si capisce meglio, non avendo particolari inflessioni.”
Bartoli, attualmente lei è forse il maggior esperto del dialetto mercatinese. Ultimamente ha tradotto in dialetto un testo teatrale italiano di Paola Dore, che è stato rappresentato tre volte nel Teatro Sociale di Novafeltria, dalla Compagnia “A i sèmm ènca nòun”. “La commedia U s dic dal vòlti la furtuna ha ottenuto un discreto successo. Questo perché c’è ancora molta gente a cui piace sentir parlare la propria lingua madre e il teatro è rimasto uno dei pochi luoghi dove questo è ancora possibile.”
Maria Cristina Muccioli
Nella foto,Paroli, atto finale: la premiazione sul palco di Bellaria