La missione All Souls in Zimbabwe: Massimo Migani ha raccolto il testimone da Marilena Pesaresi. E con una squadra di figure locali prosegue l’opera di assistenza sociosanitaria ed educativa. “Viviamo tante grazie”. Come la presenza di Federica e Claudio. Ma le difficoltà economiche sono sempre più stringenti
Un ospedale con 101 letti (di cui 18 per mamme in attesa di partorire), un tasso di occupazione quotidiano che supera il 40%, e una media di 100 persone che afferiscono agli ambulatori.
Ma la missione All Souls, dove opera il missionario riminese Massimo Migani (a dx nella foto), è anche fatta di 24.000 accessi ospedalieri, 1.600 ricoveri, 800 donne che partoriscono, circa 1.500 prestazioni odontoiatriche, altrettanti servizi di riabilitazione e oculistica.
Senza dimenticare una scuola primaria e secondaria che accoglie circa 600 bambini e altrettanti ragazzi, alcuni provenienti persino dalla capitale Harare per completare il loro percorso di studi.
I numeri – importanti – della missione All Souls non riescono però a raccontare tutta la vita che questa realtà esprime nella sua “ opera di assistenza sociosanitaria ed educativa. precisa Massimo Migani – Siamo un ospedale missionario, dove la parola ‘missionario’ nella realtà non viene dopo come nella grammatica: vuole essere un seme di bene per la società.
Curare le persone ma anche prevenire malattie e disagi, e cercare di stimolare al bene e fare a nostra volta il bene con uno sguardo accogliente e sempre verso l’altro. A All Souls si può pregare lavorando, la preghiera contemplativa diventa attiva, come ci ha insegnato tanto bene il beato Alberto Marvelli”.
Partito nel 2011 con il rosario in tasca, il breviario in una mano e il vangelo nell’altra, Massimo Migani aveva nel cuore “ il calore di una Chiesa riminese che ci vuole bene e che sentiamo vicino. E la certezza di non essere mai soli: il Signore ci precede e ci accompagna lungo le vie della storia”. A distanza di dodici anni quelle certezze non solo non sono state scalfite ma anzi sono state amplificate dai fatti accaduti. Odontoiatra e missionario di 46 anni, dopo aver operato per tre anni accanto a Marilena Pesaresi, la “ nostra mamma”, e per conto di Dio, dopo la salita al cielo del “leone che sa” Massimo ne ha preso il testimone.
La missione è inserita nel contesto di un piccolo paesino, Mutoko, che conta circa 12000 abitanti. Ruota attorno all’ospedale ‘Luisa Guidotti Hospital’, che nel 1983 prende il nome dalla dottoressa per la cui causa sacrificò la vita. Luisa Guidotti, infatti, arrivò nel 1965 ad All Souls Mission insieme alla dottoressa riminese Marilena Pesaresi, e per anni aiutò indiscriminatamente chiunque necessitasse di cure mediche.
In queste calde e umide terre di un’Africa dove i vestiti pesanti non si indossano praticamente mai, “ sarebbe bello che anche il nostro cuore fosse così «svestito» di fronte a Dio” rilancia Massimo.
Il dott. Migani è a Rimini per qualche settimana: abbracciare i parenti, salutare gli amici, rinsaldare relazioni, organizzare le prossime iniziative della missione. I piedi a Rimini, il cuore in Africa.
“Il mese prossimo promuoviamo un camp di interventi di cataratta: ci proponiamo di eseguirne 50 con i colleghi locali e ripeterlo nell’ ultimo trimestre del 2023.
Da giugno, poi, cerchiamo di intensificare il lavoro sul territorio, le cure palliative, i servizi integrati, la salute orale e l’attività domiciliare per i disabili. Non possiamo fermarci, la richiesta di cure e servizi è sempre altissima”.
E per rispondere il più possibile alle esigenze, sei sempre alla ricerca di nuove collaborazioni.
“Le relazioni umane sono un grandissimo propellente.
Dopo una serata di testimonianza nella parrocchia di San Gaudenzo, sono stato a Parma per incontrare i colleghi ginecologi responsabili del programma scambio reparto maternità, un rapporto nato nel 2018 grazie al medico riminese dott Marco Balducci e al dott. Federico Spelzini. Con il gruppo GEO ostetricia a livello nazionale guidato dal dott. Ragusa e dal dott. Claudio Crescini (foto piccola) è nato un bellissimo rapporto che mira a migliorare le competenze e la gestione delle emergenze (anhe grazie al sostegno del Rotary Club Rimini). Nel frattempo la scuola per infermieri ha accreditato ostetricia.
E l’ultimo diplomato del Luisa Guidotti Hospital è stato il quarto miglior studente a livello nazionale”.
Ed è ripartita Operazione Cuore.
“Una bellissima notizia!
Dopo l’interruzione dovuta al Covid, Operazione Cuore ha effettuato una prima missione. Con il dott. Bronzetti (e sempre sotto la supervisione del dott. Tonino Pesaresi) due bimbi sono stati ospitati a Rimini, grazie alla Caritas, e operati a Bologna per cardiopatie. Continueremo con una seconda missione”.
Rimini dista quasi 12.000 km da Mutoko, eppure c’è un filo rosso continuo tra le due realtà.
“La bella presenza di Claudio e Federica, ne è un ulteriore conferma. Hanno prestato servizio a Mutoko per un anno intero, e questo ci ha permesso di vivere da comunità nella comunità, come facevamo quando Marilena era ancora viva. Speriamo che questa esperienza che si possa ripetere, la condivisione per un più lungo periodo è offerta a chi si vuole mettere in gioco.
Federica è infermiera con un master in terapia intensiva: ha potenziato la gestione dei pazienti più critici, e lavorato sulla riorganizzazione degli aspetti infermieristici dell’ospedale, ed è stata responsabile infermieristica del Pronto Soccorso.
Claudio si occupa di amministrazione nell’azienda di famiglia: a Mutoko ha cercato di organizzare e facilitare i vari processi dalla logistica agli acquisti fino ad arrivare a seguire il progetto dell’acqua, finanziato dalla Fondazione Marilena Pesaresi e completato quasi per intero. Dopo anni di difficoltà di approvvigionamento idrico siamo riusciti a stabilizzare la fornitura idrica, aiuto indispensabile per l’ospedale e comfort per le famiglie che vivono in ospedale”.
Periodicamente gruppi di giovani riminesi vengono a Mutoko per esperienze brevi.
“A coronare un anno di tanta fatica ma anche di immensa grazia è stato il gruppo guidato da don Francesco Fronzoni e don Ugo Moncada organizzato da Missio. È la prova che il percorso va continuato e potenziato. Con la benedizione del vescovo Nicolò che ho incontrato con piacere e per il quale sono grato per il sostegno che da subito ha mostrato. Un gruppo interdiocesano Forlì-Modena-Rimini dovrebbe arrivare il prossimo anno. Mi auguro di accogliere sempre più giovani che hanno desiderio di mettere le mani in pasta e senza paura di essere voce fuori dal coro ma cantare all’unisono per il bene. E chissà che non salti fuori un altro Massimo”.
Come si sostiene All Souls Mission?
“Nonostante abbiamo ridotto e ottimizzato le difficoltà economche sono enormi. I black out periodici ci costringono ad accendere il generatore e utilizzare carburante come non mai. Molte persone scappano dal Paese per andare a lavorare come operatori sanitari in Paesi dai salari migliori. Siamo però riusciti a lavorare di più e meglio, mettendo però sotto stress tutto il sistema. Il Governo ci sostiene con i salari ma non sono adeguati al costo della vita.
La Fondazione Marilena è il primo finanziatore che si sta spremendo da anni per cercare di sostenere l’opera. Altri attori sono il Campo lavoro missionario, la Caritas diocesana, Rimini for Mutoko, Mission bambini di Milano Occorrono almeno 200.000 euro l’anno per corprire le spese aggiuntive.
La comunità riminese è sempre in prima fila nell’aiuto, ma la sostenibilità è ancora lontana. Ora stiamo lavorando ad un progetto con il Rotary per impattare i costi energetici: pannelli fotovoltaici ad accumulo per ridurre i costi energetici e di carburante e produrre meno inquinamento.
Tutto All Souls è appeso a un filo: funziona solo se protetto e accompagnato dall’Alto”.