Restaurata la cappella del Crocifisso di Mondaino. Il Rotary Club di Riccione -Cattolica, nell’ottica di salvare dal degrado alcune opere importanti per la storia e la caratterizzazione del territorio, si è fermato proprio in quella cappella, all’ombra della quale si dipana un’antica storia. Risale al 1560, infatti, la vicenda miracolosa che interessa il crocifisso ospitatonella chiesa di Mondaino. Le cronache del tempo raccontano di una Santa Pasqua di Resurrezione scossa da un avvenimento particolare. Si narra di un predicatore che si rifiutò di concedere l’assoluzione dei peccati ai fedeli e di una popolazione intera in rivolta. Fu in questa circostanza che avvenne il fatto miracoloso: lo stesso Cristo staccò la mano destra dalla croce e impartì la benedizione alla folla. Una notizia che si diffuse velocemente e che mosse varie iniziative dei fedeli. Prima del restauro, nel corso delle grandi occasioni liturgiche, un sipario ricamato, si apriva lentamente a mostrare quel braccio tenuto su con una preziosa cordicella con cartiglio. Angelo Chiaretti che sul crocifisso miracoloso ha scritto un libro ricorda: “Noi bambini restavamo con il naso all’insù nella convinzione che, prima o poi, il Cristo avrebbe ripetuto il gesto benedicente! Così, anche in omaggio ai ricordi d’infanzia, ho approfondito l’argomento e sono riuscitro a ritrovare nei documenti dell’Archivio Parrocchiale, ben 49 miracoli (ma si dobrebbero definire Sante Grazie) compiuti dal celebre Crocifisso”. Esisterebbe, inoltre, un legame tra il crocifisso e la devozione della Beata Elisabetta Renzi. La fondatrice dell’ordine delle Maestre Pie e dell’Addolorata, pare essere cresciuta avvolta dall’adorazione che tutta la sua famiglia aveva verso lo stesso. “Anche relativamente al fatto che l’Arciprete Don Pietro Renzi si era dato molto da fare per consolidarne il culto e la venerazione, e che Giovan Battista Renzi, padre di Elisabetta, era Priore e Depositario della Compagnia del SS. Crocifisso”, precisa Chiaretti.
Il restauro
“L’obbiettivo primario dell’intervento è il recupero dell’originaria spazialità architettonica attraverso l’abbattimento della tamponatura dell’arco (eseguito probabilmente attorno agli anni 50) sulla navata sinistra della chiesa a ridosso dell’altare maggiore .– spiegano gli architetti Franco e Silvia Vico – Tale intervento permette la completa visibilità della Cappella del SS.Crocifisso restituendo un’elegante armoniosità all’insieme. Per quanto concerne il cromatismo delle pareti la scelta progettuale è stata quella di riproporre le tinte che sono emerse dalla stratigrafia cercando un equilibrio cromatico tra gli sfondati e le lesene e modanature. Si è proceduto alla revisione cromatica dell’altare con integrazione delle lacune cercando dove possibile l’originaria policromia” .Anche Don Giorgio Budellini saluta con favore il restaturo: “Ciò che ha caratterizzato per secoli la vita religiosa di una comunità: la devozione al Crocifisso Miracoloso, il raccoglimento e la riflessione in questa Cappella, rappresenta un recupero di notevole importanza per la storia del paese. L’area della Cappella del Crocifisso è lo spazio più sacro della Chiesa perché vi viene custodita l’Eucarestia e permette alla gente di sostare in silenzio per rivolgere al Signore una preghiera”.
Angela De Rubeis