Il circolo è più di un bar. Quelli che prevedono la mescita potrebbero riaprire con l’asporto ma “non è tanto il caffè o la bibita, che si possono consumare ovunque. L’asporto non è la nostra missione. I circoli vivono di ascolto e incontro. E in tante zone, Novafeltria, Scavolino e Soanne ad esempio, siamo baluardi di socialità e attività”. Marco Tamagnini è il presidente delle Acli provinciali di Rimini. Il suo grido d’allarme scuote anche l’attuale zona arancione, e accomuna le realtà aggregative. Se il mondo del commercio, della ristorazione, dello sport e delle attività culturali è in fibrillazione, a causa dell’emergenza sanitaria e di risposte non sempre puntuali, quello delle attività ricreative lo è in ugual modo. L’attività circolistica è vietata dall’ottobre scorso: chi ne fa maggiormente le spese sono anziani, giovani e piccoli centri. Le realtà legate al mondo ecclesiale – come Acli, Anspi e Mcl, ad esempio – non sono immuni.
In annate “normali”, le Acli in provincia contano una trentina di circoli e 3.000 iscritti. Attualmente gli iscritti sono la metà: “Attendono di conoscere il futuro, e contano di iscriversi alla riapertura. Ma in tante realtà, oltre all’incertezza, c’è anche la paura di non riuscire a riaprire” ammette il segretario Stefano Ghidone.
Chiusi da febbraio a giugno, riaperti in estate e di nuovo sbarrati da ottobre in avanti, i circoli non hanno ricevuto nessun ristoro. C’è un decreto approvato dal Governo, al quale però non tutti i circoli possono partecipare, e si attendono le modalità. I circoli non rientrando tra le attività commerciali, sono tra coloro che son sospesi. In zona gialla potrebbe arrivare la deroga alla mescita, che è attività secondaria rispetto a quella ricreativa, ma la mission è altra. “La situazione è critica – rilancia Tamagnini – ma non prevediamo chiusure di circoli. Diocesi e parrocchie ci sono venute incontro, in termini di locali e affitti. Auspichiamo uno scatto di creatività”.
Una piccola luce è rappresentata dal bando per contributi per circoli, emesso da alcuni Comuni della Provincia di Rimini. Consente di chiedere finanziamenti per i circoli sociali (anche quelli parrocchiali) e/o culturali.Montescudo, ad esempio, è stata sollecita in questa direzione.
Chi si è “arreso” per ora è l’Anspi di Villa Verucchio. “Commedie, feste, iniziative: da marzo 2020 ad oggi è praticamente tutto fermo” commenta sconsolata Andreana Muto. Un sussulto c’è stato nel giugno scorso, quando Villa ha organizzato “E…state in sport”, l’iniziativa per i giovani che i volontari Anspi hanno caparbiamente voluto e portato a termine con successo. Poi il nuovo, prolungato letargo, compresa l’impossibilità di rinnovare l’affiliazione. Oltre 60 le tessere staccate annualmente.
“Nell’anno della pandemia l’attività si è drasticamente ridotta. Ma nello stesso tempo ci ha aiutato a far quadrato attorno al circolo, e ad avviare una bella rete a km zero con altre associazioni cittadine”. Agnese Urbinati è una dei referenti dell’Anspi San Gaudenzo, una delle realtà più importanti dell’intera diocesi. Nato come circolo nel 2006, conta una trentina di volontari e circa 230 iscritti, numero in costante aumento. Com’è possibile? Di ristori del Governo se n’è visto uno a novembre, c’è attesa per un bando della Regione, ma ci sono state diverse donazioni. Lockdown e limitazioni hanno impedito la vita quotidiana nel circolo ma tutto quello che era possibile spostare, ha traslocato al Campo don Pippo, a Covignano, il polmone verde della parrocchia di San Gaudenzo. I gruppi della parrocchia, ad esempio. I ragazzi delle Medie, i giovani,
Biennio e Triennio e gruppi delle elementari con il catechismo, tra serate di incontro, giochi e attività. Anche la messa della domenica sera (ore 18.30) è stata celebrata al Campo, e non in Parrocchia, fino alla prima domenica di settembre. Anche gli scout hanno trovato “rifugio” al Campo don Pippo, e non solo quelli della parrocchia (Crocifisso, Miramare, S. Andrea). Fino allo scorso novembre il Campo ha ospitato anche i ragazzi disabili seguiti dall’Ausl. Chi ha sofferto maggiormente sono stati adulti e anziani, con le attività sportive al palo: una timida ripresa è in campo proprio in questi giorni, nella stagione in cui la Sanges compie i suoi primi 80 anni. San Gaudenzo aspira a riprendere l’attività educativa. L’obiettivo, tra i tanti, è il Grest estivo: lo scorso anno fu scelto da 100 iscritti. “Con tante famiglie che hanno iscritto i propri figli a tutte e dieci le settimane dei gruppi ricreativi”. Anche un Campo può rimettere in moto il tessuto sociale.