Cos’ha in comune il Centro storico di Rimini con l’Antartide? Come nelle zone polari si passa da 6 mesi di giorno e 6 mesi di notte anche nel Centro storico di Rimini, seppur con lassi di tempo più ridotti, si passa dalla notte buia al giorno luminoso senza vie di mezzo. Chiudono due o tre negozi a ridosso l’uno dall’altro? Tragedia e de profundis, Centro storico abbandonato a sé stesso e senza futuro. Si accendono due o tre vetrine a distanza di poco tempo? Centro storico rinato, polo attrattivo per la vita cittadina, volano del turismo. Per cui ora che hanno aperto alcuni ristoranti nel giro di poche settimane dovremmo essere nella fase luminosa. Ma, la realtà ce lo insegna, dietro le insegne che vanno e che vengono le cose sono assai più complesse. Da una parte ormai c’è un disfattismo così radicato per cui anche se chiude un esercizio storico per raggiunti limiti di età del titolare si dà la colpa al degrado. Dall’altra, se è vero che il Centro fa senz’altro una miglior figura rispetto a qualche anno fa, le sue attività restano decisamente penalizzate rispetto ai centri commerciali che hanno parcheggi a profusione e negozi che possono stare aperti con più facilità nei giorni festivi. Ognuno sul Centro storico ha la sua idea, la mia è che in questi anni l’occhio ha avuto la sua parte ma il resto del corpo deve ora essere messo in condizioni di accedervi più agevolmente. E possono aprire tutti i negozi che vogliono: per me senza Dimar il centro non sarà più lo stesso.