In occasione della 42° riunione plenaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (tenutasi il 1° novembre 2005) si è fissata la ricorrenza internazionale del Giorno della Memoria, scegliendo come data il 27 gennaio di ogni anno.
Anche il Museo del Bottone di Santarcangelo vuole ricordare e commemorare le vittime dell’Olocausto attraverso l’esposizione di un piccolo bottone trovato nel campo di sterminio di Birkenau, in Polonia.
Qualche anno fa, un amico del signor Gallavotti (direttore del Museo) è in visita al campo con una comitiva partita dall’Italia. Durante il percorso, all’interno di una baracca parzialmente bruciata, trova un’anfora spaccata e nota tra la polvere e la sabbia un piccolo bottone. Non ci pensa due volte: il pensiero va immediatamente al Museo di Santarcangelo che – attraverso i suoi preziosi oggetti – racconta oltre due secoli di storia. E così, di ritorno dal viaggio, lo consegna a Gallavotti. Si tratta di un bottone blu di vetro, probabilmente di Boemia, convesso e lavorato con una bella greca con tracce di decorazioni color oro e smalto bianco. “Negli anni ’30 erano i ricchi europei che portavano bottoni come questi attaccati a vesti e soprabiti. – racconta il direttore – Si presume, quindi, che l’oggetto in questione possa essere appartenuto a una signora ebrea di condizioni agiate”.
All’interno del Museo clementino, il bottone diventa così testimone di quella immensa tragedia che si vorrebbe non fosse mai accaduta. In occasione delle visite guidate, in questo particolare periodo dell’anno, il Signor Giorgio invita quindi i visitatori a non dimenticare quanto successo e mostra commosso la targhetta apposta sotto al reperto: “Spero che nessun altro bottone al mondo debba vedere quello che ho visto io”.
Roberta Tamburini