Che sia stata una iattura o una benedizione, lo dirà con più certezza il tempo: per capirne le effettive conseguenze magari bisognerà aspettare almeno un paio di anni. Quello che è certo è che sentire una così bella espressione da un nostro governo, probabilmente non succederà mai più. Bonus 110%: cosa ci può essere di più seducente all’orecchio? Dopo anni di Iva, Imu, Irpef, Tari e asettiche sigle che cambiavano ma che significavano sempre esborsi per il cittadino, all’improvviso eccoci nel paese dei balocchi, Babbo Natale e la Befana insieme: una cosa che ti dà addirittura più del 100%, tu ci metti e ci guadagni più di quel che hai messo.
In realtà il meccanismo era più complesso ma stiamo parlando della meraviglia della denominazione. E allora chi poteva ci è corso in fretta e furia, quando mai lo Stato cattivo ed esoso sarà così generoso? Poi sono venute fuori le complicazioni, oggi non è più tutto così bello come pareva e molti di quelli che ne hanno approfittato vivono nell’incertezza di poter davvero chiudere i conti come li avevano previsti. E sicuramente, forte di questa esperienza, nessun governo presente o futuro si avventurerà in denominazioni così mirabolanti: mi aspetto cose tipo “Bonus abbastanza conveniente”, “Bonus in fondo non così male”, “Bonus fateci un pensierino”.
Detto questo, possiamo passare all’aspetto più drammatico della questione. Possibile che gli ultimi rimasti a fare i lavori col Bonus 110 siano quelli della via dove parcheggio in centro, che con tutti quei cartelli “Lavori in corso divieto di sosta” non si trova più un buco?