Cinque gol nelle prime quattro partite di campionato è, come si dice in gergo, tanta roba che, nel suo voluminoso contenuto, include la curiosità sul personaggio del momento. E allora andiamo a conoscere meglio Francesco Nicastro, attaccante del Rimini.
L’appuntamento è a metà mattina in un noto caffè di Marina centro. Jeans, maglietta piena di stelle e… si parte.
Dove sei nato?
“A San Cataldo, provincia di Caltanissetta, 22 anni fa”.
Dove hai iniziato a giocare?
“Nella scuola calcio dell’Atletico Campofranco. Il mio esordio ufficiale nel calcio è avvenuto all’età di 15 anni in Seconda categoria, sempre con la maglia dell’Atletico”.
Intanto eri stato addocchiato dal Catania.
“Infatti, l’anno dopo ero del Catania dove ho proseguito la trafila dagli Allievi Nazionali ai tre anni in Primavera”.
Poi il debutto in prima squadra.
“È avvenuto in una partita di Coppa Italia”.
Breve parentesi perché poi è iniziato il girotondo dei prestiti.
“Già. Ho giocato con il Pisa per pochi mesi per poi essere girato al Milazzo (11 presenze, 2 gol) e l’anno scorso al Bellaria (27 presenze, 10 gol). E ora eccomi a Rimini”.
Com’è composta la tua famiglia?
“Siamo in cinque: i miei genitori Salvatore e Concetta, due sorelle Mariella e Fabiola e io, che sono il più piccolo”.
Hai anche una nidiata di nipoti che alla vigilia di ogni partita invia, tramite un forum di tifosi riminesi, un messaggio di incitamento a zio Francesco.
“Ho cinque nipoti: Benedetta, Mattia, Martina, Salvatore e Vincenzo l’ultimo arrivato. Sono molto affezionato a loro e so che mi seguono con tanta passione”.
Ritornando al calcio, una curiosità: sei arrivato a Rimini con quale formula contrattuale?
“Il Catania mi ha ceduto in comproprietà con diritto di riscatto da parte del Rimini”.
E se a gennaio arrivasse una proposta “indecente” da parte di qualche club di categoria superiore?
“Non ci penso. Ora sono concentrato sul Rimini e a dare il meglio delle mie possibilità per questa maglia fino alla fine del campionato”.
Riferendoci ad un recente passato, a Rimini sono transitati bomber come Di Nicola, Floccari, Muslimovic, Matri, Vantaggiato, Jeda. Escluso il primo, tutta gente che ha giocato e gioca in serie A. Un buon viatico per te.
“Spero di fare bene a Rimini come hanno fatto loro. O almeno, è quello che mi auguro. Però vivo tranquillo, sereno. Sono concentrato solo nel cercare di dare il massimo giorno per giorno”.
Infatti, cinque gol in quattro gare, un bel biglietto da visita…
“La voglia di dimostrare il mio valore era ed è tanta. Per questo sono contento di questo inizio di campionato”.
La tua carta d’identità tecnica?
“Da piccolo ho iniziato a giocare dietro le punte, poi con l’arrivo a Catania ho ricoperto quello che è anche il mio ruolo attuale, l’esterno destro d’attacco”.
Un giovane si deve confermare nella crescita, un impegno che non tutti portano a termine…
“È un impegno molto importante perché se le cose non vanno come si spera, mollare è un attimo. L’importante è conoscere i propri limiti e lavorare tanto per migliorarli. Però ho la fortuna di essere allenato da un tecnico bravo e preparato come Osio”.
Venerdì festa grande nello spogliatoio per festeggiare San Francesco. Siete ben cinque a portare il nome del “poverello di Assisi”: tu, Scotti, Moretti, Maio e Morga. È d’obbligo farvi gli auguri di buon onomastico…
“La ringrazio anche a nome dei miei compagni con i quali festeggeremo il nostro Santo coinvolgendo tutta la squadra”.
Beppe Autuori