Quanto è bello ritrovare la propria identità. Un’espressione più volte sentita nelle ultime settimane in occasione della riapertura del Teatro Galli (poi, giuro, del teatro non ne parlo più). E in questo caso parlare di identità ritrovata è senz’altro giustificato: l’attesa riapertura di quel luogo storico è stata vissuta e partecipata trasversalmente da tutta la città e da diverse generazioni, per una volta mettendo tutti d’accordo su un tema sentito e condiviso anche al di là delle appartenenze politiche.
Poi, proprio tre giorni dopo questa data storica per l’identità locale, i nostri figli hanno vissuto – pure a scuola dove ormai in quasi tutti gli istituti l’attività didattica viene stravolta per l’occasione – la ricorrenza di una festa di origine celtica riletta in chiave moderna dalla cinematografia americana e scesa giù nel nostro continente dal mondo anglosassone corredata da un armamentario di costumi e gadget vari di fabbricazione asiatica. Quanto è bello ritrovare la propria identità.