Il pellegrinaggio insieme al turismo religioso o spirituale sta assumendo un’importanza crescente insieme ad una molteplicità di significati e valori, nuovi e antichi, collegati alle dinamiche di sviluppo del turismo culturale ed a una società sempre più in movimento. Sono i viaggi dell’anima, dove esperienze culturali e spirituali, si fondono insieme a quelle religiose.
Oggi antichi e nuovi siti, sono meta di pellegrinaggi e di forme di turismo religioso; sono 330 i milioni di pellegrini e 40 milioni quelli che vengono in Italia, senza valutare i flussi religiosi interni.
Di viaggi dell’anima, pellegrinaggio e turismo religioso se n’è parlato a Rimini con la prof.ssa Fiorella Dallari, docente di Geografia Politica ed Economica alla Facoltà di Economia del Polo universitario riminese e direttrice della rivista Alma Tourism. L’occasione è stata la presentazione a Pagina del volume I viaggi dell’Anima. Società, Culture, Heritage e Turismo (Ed. Patron), curato dalla stessa Dallari insieme ad Anna Trono e Enza Zabbini.
Punto nodale del libro è la distinzione fra pellegrinaggio e turismo religioso, una variante del turismo culturale. Una distinzione un po’ sfumata, giocata più sulla psicologia del viandante, le motivazioni per cui si muove, spirituali il pellegrino, culturali il turista, ma di cui all’atto pratico si fatica a operare una netta distinzione. Il tutto giocato all’insegna del turismo sostenibile, vedendo nel turismo religioso la possibilità di conoscere territori e località disdegnati dal turismo di massa o à la page.
Pellegrinaggi o turismo religioso, si tratta comunque di viaggi sempre più frequenti e numerosi, che producono movimenti massicci di pellegrini-turisti, che necessitano una programmazione e una opportuna gestione da parte degli enti coinvolti, pubblici e ecclesiastici, nel rispetto delle motivazioni religiose e culturali e in una logica di sostenibilità sociale.
Geografia e storia, antropologia e sociologia, economia e management si dedicano anche a questa forma di viaggio, troppo spesso e a torto considerato un prodotto povero e difficile da organizzare, ma che ormai utilizza la più generale offerta “turistica” insieme a quella gestita da Comunità religiose e associazioni volontarie.
Turismo religioso e pellegrinaggio fanno rima anche con Rimini. Rinnovamento nello Spirito Santo da 40 anni sceglie la Fiera per l’annuale Convocazione, quest’anno partecipata da oltre 20mila persone, mentre Comunione e Liberazione ha portato 26mila aderenti per gli Esercizi Spirituali. I Focolarini scelgono Bellaria per la Mariapoli di zona, mentre Miramare ha ospitato il Capitolo generale delle Suore dell’Immacolata. Aggiungiamo i campi scuola estivi e le case in autogestione, le vacanze per l’anima in strutture parrocchiali e soprattutto religiose per una stima in entrata di circa 400mila persone annue.
Se il turismo religioso regala una ventata di spirito alla riviera, sono tanti anche i riminesi che scelgono un viaggio religioso o un pellegrinaggio. A parte quelli organizzati dalle parrocchie (un po’ in calo, per la verità), solo l’Agenzia Viaggi Diocesana Ariminum movimenta circa 8.000 mila persone. La destinazione principe è Medjugorje, seguita da Lourdes, Terra Santa, Santiago de Compostela, Fatima e S. Giovanni Rotondo. Si muovono giovani, pensionati e famiglie intere, spinti principalmente da motivi fede (80%) più che da interessi culturali (20%).
P. Guiducci / M. Rossi