In quei rettangolini, a volte sdruciti, altre volte vissuti, non c’è solo un segno della devozione popolare ma anche un pezzo di storia e anche elementi artistici. Prendete i canivet, ovvero le produzioni conventuali del 1700: intagliati con un finissimo coltellino e dipinti a mano, sono pezzi unici come un quadro d’autore. E sul mercato possono costare da 4 a 700 euro l’uno.
Se i santini sono pezzi di storia, Lino Gualtieri è colui che li tiene amorevolmente insieme. Li raccoglie fin da giovane ma la passione è esplosa nel 1988, alla morte del figlio Giuseppe di soli 20 anni in un incidente sul lavoro. Gualtieri conservava i santini in una scatola di scarpe fin dagli anni del seminario. Poi ha iniziato a sistemarli in raccoglitori, dividendoli per soggetto, e sono iniziate le prime esposizioni. Per recuperare i pezzi mancanti, Gualtieri (oggi 73enne) gira “i mercatini di mezza Italia e i convegni filatelici/numismatici. Inoltre, sono in contatto continuo con moltissimi collezionisti e commercianti”. L’obiettivo però è sempre lo stesso: “portare a conoscenza di tutti il valore e il significato del santino”.
La sua collezione ammonta a 45mila esemplari, un numero davvero ragguardevole, perfettamente conservati in 130 contenitori e sistemati in taschine apposite per non rovinare i colori. Ora Lino si è specializzato in case editrici: Lega Eucaristica e Salvardi.
Ha fatto tredici. Per il tredicesimo anno consecutivo allestirà una mostra di santini a Sogliano, nell’ambito della Fiera del Formaggio di Fossa, presso la chiesa del Suffragio. Saranno esposti circa 800 santini (suddivisi in 27 bacheche) diversi per tecnica: incisione, manufatto, siderografia, cromolitografia. Il tema 2011 è la qualità della produzione e le case editrici. La mostra sarà aperta (ingresso libero) ogni sabato e domenica (fino al 4 dicembre) dalle 9 alle 18, al giovedì dalle 9 alle 12 e gli altri giorni su appuntamento (tel. 0541- 948636).
Se Gualtieri ama collezionare in modo particolare i santini di San Giuseppe, che rappresenta il papà e la famiglia e quindi la Sacra Famiglia, i pezzi più pregiati della collezione sono però quelli di fattura più pregiata, di pizzo ad esempio, risalenti al 1800. E le produzioni conventuali, cioè pezzi unici. Nella collezione ci sono anche alcuni esemplari stranieri: in particolare santini provenienti dalla Francia e all’Est Europa, specie polacchi.
Fra quelli in mostra, non mancherà la Natività, l’adorazione dei Magi, la fuga in Egitto, San Giuseppe, Maria Santissima, Sacro Cuore di Gesù e di Maria, Gesù Bambino, l’Angelo. Spazio anche a San Sebastiano, patrono di Sogliano, e a Santa Caterina di Alessandria festeggiata il 25 novembre, il giorno dedicato all’apertuta delle fosse.
Paolo Guiducci