Novità in casa Transformers, la saga cinematografica ricavata dai popolari giocattoli Hasbro: se in regia resta Michael Bay, se il produttore esecutivo è ancora il nume tutelare Steven Spielberg, nuovo è il cast degli umani che sfoggia Mark Wahlberg, padre single con portafoglio vuoto e figlia adolescente (Nicola Peltz) con temperamento ribelle e indipendente tipico dell’età, oltre a Stanley Tucci “mogul” industriale che ha progetti mirabolanti per rielaborare i Transfomers in un sofisticato materiale con il quale costruire qualsiasi cosa (naturalmente anche armi) e Kelsey Grammer, capo operazioni CIA che trama nell’ombra. Gli attori convivono con i metallici Transformers, ridotti ad uno sparuto gruppo di sopravvissuti ma pronti a combattere la minaccia di Galvatron, ovvero il potente Megatron in nuova forma. Optimus Prime e i Transfomers sopravvissuti devono, loro malgrado, aiutare l’umanità e ricorrere ad un razza antichissima di guerrieri della loro specie per fronteggiare il nemico.
Da un film come Transformers IV non aspettatevi altro che spettacolo a tutto tondo, effettistico, ridondante e fracassone: del resto Michael Bay non è mai stato uomo da atmosfere delicate e mostra le meraviglie della tecnica digitale (vedi conflitto finale tra i grattacieli di Hong Kong) con il clangore “ferroso” a far pulsare l’audio della sala cinematografica. Questo quarto episodio è tutto sommato divertente, molto meno scemo della terza puntata (l’episodio più debole della serie), con i Transformers “buoni” che si lanciano in battute spiritose ma hanno pure i loro bei momenti di sconforto, come si conviene a degli eroi, anche se di metallo. E poco importa se le dinamiche padre-figlia-fidanzato della figlia sono risapute.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani