I problemi corrono sui binari

    Per restare agganciati al progresso ci sono occasioni da non perdere. Una massima che vale in molti settori, compreso quello dei trasporti. Ed è per questo che Trenitalia, con l’Alta Velocità, ha deciso di fare una scommessa sul futuro. Se la vincerà o meno, lo sapremo solo fra qualche anno. C’è però anche chi, volente o nolente, è costretto a scommettere tutti i giorni. Si tratta dei pendolari che, arrivati in stazione, scommettono che il treno sarà in ritardo, che dovranno viaggiare in piedi, che il riscaldamento sarà rotto. E vincono sempre. Può sembrare solo una battuta ma, purtroppo, sono tanti i disagi per gli utenti del servizio ferroviario.

    Problemi d’orario
    Dal 13 dicembre scorso i pendolari della tratta Rimini-Bologna devono fare anche i conti con un nuovo orario che giudicano penalizzante. Nessun treno a lunga percorrenza arriva a Bologna tra le 8 e le 9: il primo InterCity disponibile arriva nel capoluogo alle 7.38 e ci mette, da Rimini, 1 ora e 25 minuti; il secondo è un EuroStar che arriva a Bologna alle 9.14. Alle problematiche d’orario si aggiungono le pessime condizioni di alcuni treni. “Ci sono molte cose che non funzionano – spiega Lara Cirielli del Comitato di pendolari Rom.Bo. (Romagna-Bologna) sorto recentemente proprio per tutelare i diritti degli utenti delle ferrovie – in certi orari l’affluenza è elevatissima e si è costretti a viaggiare in piedi, spesso i bagni sono inagibili e le porte non funzionano. Per non parlare dei ritardi. In queste condizioni il viaggio diventa veramente stressante. Consideriamo poi che si tratta di problemi che non riguardano solo poche persone perchè in regione i pendolari (mensili e annuali) sono circa 30mila senza contare che il servizio ferroviario viene commissionato e pagato dalla Regione con le tasse versate dai cittadini. Di questi disservizi quindi dovrebbero preoccuparsi tutti”.
    A creare ulteriori disagi sarebbe stata l’introduzione dell’Alta Velocità.
    “Questo nuovo sistema è di qualità e prioritario per le casse di Trenitalia – spiega il consigliere comunale del PdL di Rimini, Gioenzo Renzi, ex pendolare nella scorsa legislatura in Regione – però col suo avvento sembra peggiorata la restante parte del servizio ferroviario, vale a dire quello più sfruttato da chi viaggia per lavoro e studio. Queste categorie andrebbero salvaguardate, invece le tariffe aumentano e la qualità del servizio cala”.

    Mezzi vecchi
    Come accade per le persone, gli acciacchi molto spesso derivano dall’età e i treni in circolazione hanno mediamente oltre 30 anni. Questo rende i disservizi più frequenti. Trenitalia ha annunciato l’acquisto di nuovi convogli ma i tempi di consegna variano dai 18 ai 24 mesi. Le speranze, nel breve termine, sembrano ben poche.
    “Da quattro mesi – attacca Lara Cirielli – ci sono treni regionali che viaggiano con meno carrozze di quelle previste dal contratto di servizio. I motivi: ristrutturazione, scarso personale, riscaldamento o porte rotte. C’è chi ha scritto al nostro Comitato descrivendo l’arrivo del treno per il ritorno a casa come un assalto alla diligenza. Abbiamo scritto alla Regione, spiegando che da mesi paghiamo per un servizio che non è come dovrebbe. Ma, a differenza di quanto accade in altri ambiti, quì il coltello dalla parte del manico non ce l’ha evidentemente chi paga”.
    Oltre ai comitati, a sollecitare cambiamenti ci ha provato anche la politica con interventi bipartisan da parte di consiglieri regionali e della stessa Provincia di Rimini. Finora i risultati però latitano. Una buona notizia però per i pendolari c’è: a maggio viene infatti riconosciuto loro un mese gratuito d’abbonamento pagato con le risorse derivanti dalle sanzioni che la Regione impone alle imprese ferroviarie. Meglio di niente.

    Regolamento
    Il 13 dicembre scorso, con il recepimento del nuovo regolamento Europeo, le condizioni di viaggio dei pendolari sarebbero dovute migliorare. Il condizionale però è d’obbligo perchè, di fatto, sembra cambiato poco.
    “Trenitalia ed FS – spiega Giuseppe Poli di Federconsumatori Emilia Romagna – hanno applicato il regolamento al minimo sindacale, azzerando anche alcuni dei diritti acquisiti dagli utenti negli anni precedenti grazie al confronto tra associazioni dei consumatori e gruppo FS. Anche se lo stesso regolamento europeo specificava che le imprese ferroviarie avrebbero comunque potuto offrire al passeggero condizioni contrattuali più favorevoli”.
    Così sono cambiate anche le modalità di rimborso che diventano applicabili anche ai treni regionali (novità positiva) ma di entità inferiore: il 25% del prezzo del biglietto per ritardi da 60 a 119 minuti e il 50% per quelli oltre i 120 minuti (prima il rimborso era del 30% per gli Intercity in ritardo di oltre 30 minuti e del 50% per gli Eurostar in ritardo di oltre 25 minuti). In aggiunta viene escluso il rimborso per l’impianto di climatizzazione guasto e per importi inferiori a 4 euro.
    “Per semplificare la vita agli utenti Federconsumatori ha predisposto una guida di 16 pagine con tutte le informazioni utili che sarà distribuita in 15mila copia nelle stazioni dell’Emilia Romagna”.
    Un vademecum ribattezzato “Guida di Sopravvivenza”. Perchè spesso i binari si trasformano in una giungla.

    Andrea Polazzi