Dracula, l’Uomo Lupo, Frankenstein, la Mummia e l’Uomo Invisibile non fanno più paura… Almeno nell’Hotel Transylvania, residence “mostruoso”, nel primo film il luogo dove è nata l’inusuale storia d’amore tra la figlia di Dracula Mavis e l’“umanico” Jonathan. Si torna dunque nello “spettrale” albergo per il secondo e ultimo episodio del geniale regista Genndy Tartakovsky (creatore tra l’altro del Laboratorio di Dexter), sempre con script di Adam Sandler e si parte dal matrimonio tra il ragazzo e la vampirella. Segue nascita del piccolo Dennis, orgoglio di nonno che attende con ansia che al bimbo spuntino i denti aguzzi da vampiro… Ma il piccoletto preferisce Batman e sembra essere predestinato ad una natura umana, il che provoca conflitti familiari a non finire, visto che Mavis, come tutte le mamme, è particolarmente apprensiva per il piccolo, un hotel di mostri non sembra essere il luogo migliore per farlo crescere e i riti iniziatici di nonno Dracula appaiono rischiosetti, soprattutto sul versante del volo.
Siamo in territori spiritosi ed adatti per tutte le età. La simpatia dei personaggi (c’è l’entrata in scena del bisnonno Vlad), l’accattivante e dinamico segno grafico, situazioni spiritose e a passo coi tempi (compresi gli inevitabili cellulari e gli immancabili selfie) e qualche battuta indovinata (la più spassosa dedicata al “BlueTooth” è per chi mastica l’inglese) rendono il film di scorrevole piacevolezza e lo spettacolo è garantito nel segno di un’animazione di pregio e curata, dove i mostri sono consapevoli di essere ormai delle “icone” che non spaventano più nessuno (e ci sono anche gli acciacchi dell’età che si aggiungono) ma riescono a divertire per bene, in 89 veloci minuti.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani