“Oggi siamo di fronte alla prima generazione che vive due vite: una vita nel mondo reale e una vita parallela nel comodo mondo virtuale di internet: una specie di “Paese dei balocchi” privo di regole e restrizioni, dove l’unica cosa che conta è portarsi a casa tutto il piacere possibile. Senza la percezione dei rischi connessi ai certi comportamenti che a volte sfociano in veri e propri episodi di violenza che hanno per protagonisti giovani e giovanissimi…”
Il grido d’allarme è di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, affezionata presenza ai “Lunedì di Viserba”, che tornerà a parlare Lunedì 21 agosto in Piazza Pascoli, su invito di don Aldo Fonti parroco di Santa Maria al Mare e responsabile dell’Ufficio missionario diocesano.
“Negli ultimi anni – ricorda Pellai – il fenomeno che più colpisce è la facilità con cui, attraverso internet e i social network, ragazzi in età anche molto precoce hanno accesso alla pornografia on line e a materiali sessualmente espliciti che li spingono a ‘fare cose di natura sessuale’ senza possedere la competenza emotiva che sarebbe necessaria”. Ragazzi, come molte ricerche confermano, che si innamorano sempre di meno e che si eccitano sempre di più… Ciò a volte produce un disagio di natura psico-emotiva che richiede un vero e proprio intervento specialistico ma nella maggioranza dei casi sarebbe sufficiente una buona prevenzione basata su un’educazione affettiva e sessuale.
Ma a chi compete questo compito, visto che i ragazzi non possono certo educarsi da soli? A quella che Pellai chiama la “Comunità educante”, una rete di soggetti in cui la responsabilità educativa viene condivisa da famiglia, scuola e territorio insieme.
La famiglia innanzitutto, chiamata creare un dialogo coi propri figli ascoltandoli e amandoli anche nella loro fragilità, e aiutandoli (specie i figli maschi) ad esprimere le proprie emozioni che non sono da considerare “cose da femminucce”. E poi la scuola che non può limitarsi a distribuire nozioni, sottraendosi al proprio compito educativo e dovrebbe sempre interrogarsi sul suo approccio nei confronti dei ragazzi, se aiuta gli studenti davanti all’errore o li mortifica. E per finire il territorio composto da tutti coloro – cittadini, gruppi, istituzioni – che avvertono una responsabilità nella formazione della persona e si impegnano a partecipare alla crescita educativa, culturale e sociale dei ragazzi e degli stessi adulti.
Una sinergia virtuosa di sforzi che osserva provocatoriamente Pellai non punta alla costruzione di un “vero uomo” intriso di machismo ma di un “uomo vero” che non teme di manifestare i propri sentimenti nel rispetto di se stesso e degli altri.
L’appuntamento per genitori, educatori e per chi vorrà saperne di più è per Lunedì 21 agosto in Piazza Pascoli a Viserba alle ore 21.
Alberto Coloccioni