La capolista Legnano infila al “Flaminio” la sua ottava vittoria consecutiva. Il suo successo (anche se meritato), però, è estremamente punitivo nei confronti dei Crabs (66-78) perché i riminesi hanno subito un parziale di 10-0 nell’ultimo minuto. I lombardi hanno mostrato una squadra fortissima in ogni reparto, in particolare una difesa super e un attacco che tramuta un gioco fluido e veloce, trovando sempre un uomo libero al tiro che raramente fallisce. Eppure di fronte a questa corazzata, i Crabs non hanno demeritato, anzi. Costretti sempre ad inseguire non si sono mai abbattuti, anche quando il solco era in apparenza incolmabile (+16, 36-20). La rimonta è stata tanto incredibile quanto irresistibile e più volte l’aggancio era lì a due punti, ma proprio in quel frangente il miracolo non si è concretizzato. E così, alla fine, è giunta una punizione totalmente immeritata. I Granchi hanno presentato il neo acquisto Michele Squeo (nella foto) che così ha ritrovato il suo “Flaminio” dopo una parentesi, non certo esaltante, a Latina. Il ritrovato Squeo (alla sua terza esperienza in maglia biancorossa) è stato il migliore dei suoi con una valutazione eccellente (28 contro il totale di 70 dell’intera squadra) ed è stato il signore delle plance con 18 rimbalzi (di cui 8 in attacco), 14 punti segnati, una stoppata, due palle recuperate e appena tre falli a carico nonostante si sia battuto come un leone e sia rimasto in campo più di tutti, quasi 30 minuti. Dopo di lui si è salvato Lorenzo Brighi, mentre in “giornata no” sono apparsi Hassan, Tassinari e Bosio. Discorso a parte merita Silvestrini che se non si troverà una soluzione dovrà restare in campo a lungo senza tirare il fiato vista la cessione di Gasparin. Le 7 palle perse sono un campanello d’allarme anche se non è una novità, ma le altre volte erano state mascherate dagli assist. Toccherà a coach Rossi inventarsi qualcosa. Intanto il calendario prevede una trasferta in Lombardia, e precisamente a Lecco che si trova due gradini più sotto ed è reduce anch’esso da una sconfitta, con Treviso.
Pier Luigi Celli