Dopo Mozart, l’autore scelto per il concerto inserito nelle celebrazioni della festa del patrono San Gaudenzo, è il suo maestro: Franz Joseph Haydn. Alla presenza del Vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi, sabato 13 ottobre alle ore 21 in Basilica Cattedrale il coro della Cappella Musicale Malatestiana e l’orchestra sinfonica dell’istituto Lettimi eseguiranno la sinfonia numero 96 in re maggiore Il Miracolo e la Messa in angustiis conosciuta come Nelson Mass. Sul palco allestito nell’abisde si esibiranno un centinaio di persone tra coristi, strumentisti nonché i solisti Isabella Orazietti (soprano), Mara Gaudenzi (contralto), Marco Mustaro (tenore) e Li Shuxin (basso), tutti diretti dal maestro Filippo Maria Caramazza, direttore della Cappella Musicale Malatestiana. La serata (appuntamento organizzato da oltre un decennio dalla Diocesi in collaborazione con l’associazione della Cappella Musicale Malatestiana) verrà presentata dal critico d’arte Alessandro Giovanardi.
Haydn che visse tra il 1732 e il 1809 scrisse una dozzina di messe, le prime delle quali quando aveva solo 18 anni; la Nelson Mass la musicò invece a 66 anni nell’estate del 1798, quando l’Europa era attraversata dal ciclone napoleonico. In campo musicale fu maestro sia di Mozart e Beethoven. Ma la sua grandezza umana e di fede vengono espresse al massimo livello in questa messa nella quale si colgono le preoccupazioni e le angustie del suo cuore (come ben sottolineato nel titolo in angustiis) ma insieme la sua speranza e fiducia nella pace generate da Dio. Nella composizione musicale di Haydn non c’è ‘contrapposizione politica’ ma l’espressione della fede e della preghiera, che musicalmente vengono espresse nel dialogo e nell’alternanza tra solisti e coro, creando così una vera sinfonia e donando all’ascoltatore un senso positivo e pieno di fiducia nella vita.
Il titolo Nelson Mass con la quale la messa è rimasta famosa, è perché la sua prima esecuzione, intorno alla metà del settembre 1798, coincise con la sconfitta di Napoleone da parte dell’ammiraglio inglese Horatio Nelson. Secondo il musicologo americano Chandler Robbins Landon, è “probabilmente la più grande composizione di Haydn”. Anche il maestro Filippo Caramazza sembra essere d’accordo: “Abbiamo scelto questa messa – dice – proprio perché l’autore, profondamente cattolico, rilegge con speranza e fiducia gli avvenimenti turbolenti di quell’epoca storica, segnata dall’espansione del razionalismo e della potenza francese. Haydn da vero maestro insegnò a guardare questi avvenimenti turbolenti attraverso il vaglio della fede. Non a caso fu insegnante sia di Beethoven che di Mozart e le sue composizioni si concludevano sempre con l’espressione «soli Deo gloria».
Anzi ad analizzare bene la sua opera, forse in grandezza Haydn supera sia Mozart che Beethoven, che tuttavia rimangono dei geni”.
L’esecuzione della Nelson Mass sarà preceduta da una delle sinfonie londinesi di Haydn, la numero 96 in Re Maggiore ‘Il Miracolo’. Anche il nome di questa sinfonia è legato ad un aneddoto: dopo un’esecuzione, quando il pubblico generalmente alzandosi dalle sedie si avvicinava al palco per ascoltare meglio l’autore che si esibiva in una sorta di ‘bis’, crollò un lampadario nella sala ma, per miracolo nessuno venne ferito.