Ricorderete la recente vicenda della madre che in una partita di basket femminile a Rimini ha rivolto, in diretta web da lei stessa realizzata, insulti razzisti a una giocatrice avversaria finendo nel giro di poche ore sulla ribalta nazionale al centro di sdegno generalizzato. Per i genitori che seguono da tifosi le gare dei figli sarà senz’altro un monito a evitare atteggiamenti del genere, pensai ingenuamente. Se non per ovvia civiltà almeno per la consapevolezza che quel che succede in un qualsiasi remoto campo d’Italia poi arriva dappertutto in un niente. E invece nelle ultime settimane di episodi simili ce ne sono stati in serie: per citarne un paio, in Toscana una rissa tra genitori in una partita di minibasket sedata solo dall’arrivo delle forze dell’ordine davanti ai piccoli giocatori in lacrime, e in Veneto una giovane arbitra riempita di insulti dagli spalti proprio l’8 marzo. Nella cloaca di Facebook mi sono imbattuto in una pagina che cerca di ridicolizzare gli scout pubblicando fuori contesto i loro ‘ban’, danze a uso dei più piccoli. Ho ‘discusso’ con gli utenti, ovviamente adulti, a cui non pareva vero di poter sfogare le loro frustrazioni con offese gratuite ai fazzolettoni. Niente di nuovo, in realtà, ripensando al livore rivolto da molti ai giovani dei Friday for Future, colpevoli semplicemente di avere un ideale, valido o meno che fosse.
Attendo fiducioso il prossimo contesto che mi faccia vergognare di appartenere a una imbarazzante generazione di adulti che non ha di meglio da fare se non mortificare i suoi giovani.