Salite a bordo, si parte, sulla rotta del pescatore Pietro. Per imparare a remare, e a spingere nelle acque anche più lontane quella grande barca che è la Chiesa. Si potrebbe sintetizzare con questo paragone marinaresco, l’esperienza durante quest’estate nell’oratorio estivo di Verucchio. Si tratta di un appuntamento oramai tradizionale, ma sempre carico di fascino e di novità, proprio come la proposta cristiana. Una cinquantina di bambini, dai 6 ai 13 anni, si sono incontrati tutte le mattine insieme a suor Piera, delle Maestre Pie di Rimini, e ad alcuni volontari adulti del paese: insieme hanno condiviso la bellezza della gratuità, pregando, lavorando, giocando e cantando, e scoprendo la figura di san Pietro che “tanto ha colpito i bambini per la sua forte umanità” assicura suor Piera, 74 anni, da ben 22 al timone di questa esperienza oratoriale estiva nella parrocchia della Collegiata di don Tonino Fraticello, prima sostenuta da una consorella e da alcune postulanti, ora dagli adulti verucchiesi.
“Grandi e piccoli, conoscendo meglio Pietro, - rilancia Alessandra, una delle animatrici - hanno capito che la chiamata del Signore è per ognuno. Non solo! Gesù non ha chiesto a Pietro di cambiare prima di seguirlo, ma solo di fidarsi di Lui. Lo ha trattato con misericordia, – prosegue Alessandra – gli è rimasto fedele e poi gli ha affidato la Chiesa”.
L’appuntamento giornaliero era comunque variegato: incontri, lavoro, gioco, preghiera, escursioni e rapporti fraterni. Bambini e ragazzi hanno realizzato oggetti con traforo, creta, argilla e perline, oppure centrini e opere al punto croce, poi venduti al mercatino finale, il cui ricavato è devoluto per il Bangladesh, Paese al quale Verucchio è legato da adozioni internazionali a distanza, e dall’amicizia delle suore Maestre Pie che nel Sud Est asiatico operano in missione.
A coronamento del percorso, suor Piera, Alessandra, gli animatori e i ragazzi sono saliti in barca (una motonave, per la precisione) per un’escursione da Rimini a Valleverde, così da concretizzare i viaggi del marinaio Pietro. “La forza di Pietro risiede nella sua risposta: «Sulla tua Parola getterò la rete»” è la conclusione di Chiara, alla quale fa eco Matteo: “Il Signore chiama anche ciascuno di noi, perché – come Pietro – possiamo seguirlo. Non è sempre facile, a volte non capiamo, ma Gesù è amico fedele pronto ad illuminarci, ad amarci e a perdonarci. Non ci lascia mai soli” è convinto Matteo. (t.c.)
Due ultra-settantenni
maestri di giovinezza
Domenica 30 agosto, nel campo “Don Pippo” ai Casetti si è svolta la consueta adunata di riminesi desiderosi di trascorrere in serenità il pomeriggio festivo. Questa volta ad animare l’incontro ha provveduto il MASCI animato dall’Architetto Nedo Pivi.
Il fiore all’occhiello di tutta la giornata è stata la presenza di due, chiamiamoli profeti della chiesa e dello scautismo riminese, ultrasettantenni per gli anni ma indiscussi maestri di giovinezza: mons. Nevio Ancarani e il dott. Giampaolo Guaraldi (nella foto).
Il primo è stato un mitico assistente spirituale dello scautismo ed il secondo un animatore dello stesso fino ad assumere il servizio di Akela per tutta la Emilia Romagna. A fare da sfondo era la carta di clan del 1951 dove si afferma che “io e non altri mi impegno a …”.
Da dove viene questa fraseologia? Lo ha spiegato don Nevio: dai testi e dalle prediche di don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo (Mantova), dapprima perseguitato e poi osannato profeta della modernità ecclesiale.
Le sue posizioni erano fatte proprie da don Nevio, giovane vicerettore del seminario di Rimini e poi rettore del seminario regionale di Bologna. Dapprima un velo di diffidenze e proibizioni per lui che le caldeggiava, poi una ininterrotta serie di elogi.
Gian Paolo Guaraldi, primario pediatra all’Ospedale di Modena e indimenticato Akela nel branco presso i Paolotti, ha detto che la sua posizione di avanguardia nei confronti della concezione del servizio e della famiglia è stata alimentata dalla capacità di servire che gli era inculcata dallo scautismo vissuto a fianco di Gigi Zangheri e di altri memorabili testimoni.
Dopo la Santa Messa officiata dal parroco mons. Aldo Amati, una fraterna cena conviviale ha riunito i numerosi partecipanti rallegrati dalle allegre note del complesso “Nun ai sem”.
(don Romano Nicolini)