“Ci chiedono perché torniamo. Torno perché ho intese feconde con la mia terra, perché in dialetto dico cose che durano tutta la vita, mentre le comuni parole popolano la mente di dubbi, nutrono di sospetti i nemici, e, a mia volta mi ingannano; perché sul molo il pescatore non mi conosce e tuttavia mi parla dell’esca”. Con queste parole, Sergio Zavoli ha voluto ripensare non solo alla sua città costiera, ma anche a quel fulcro storico e monumentale che è il Grand Hotel, sogno e mito di architettura, cinema e fantasia, che quest’anno compie 110 anni.
Il suo sguardo panoramico, rivolto al mare e al parco, guarda al futuro della moderna hôtellerie, ma il suo passato è ricco di volti e di storie.
In un racconto avvincente e originale, Letizia Magnani ripercorre le tappe storiche dell’hotel che, grazie a Federico Fellini è diventato sogno e mito mondiale, mettendo in evidenza i volti e le storie di una città che ha saputo cambiare pelle, rimanendo capitale della vacanza.
“Grand Hotel: Rimini il mito. Dall’Ostenda d’Italia ad Amarcord, da astronave bianca a simbolo dell’hôtellerie futuro” è il titolo del volume edito da Minerva e firmato dalla Magnani, giornalista e scrittrice, esperta delle tematiche legate alla cultura del turismo regionale e nazionale.
Alla serata di presentazione del volume, oltre all’autrice, anche il Sindaco Andrea Gnassi, la CEO del Gruppo Batani Select Hotel, Paola Batani, e Alessandro Sistri, esperto di comunicazione e di marketing turistico, hanno ripercorso le tappe principali della storia dell’edificio che non è solo simbolo dell’architettura storica cittadina, ma vera incarnazione dello spirito di accoglienza internazionale.
E il grande pubblico lo sa bene: da più di due secoli, Rimini è la città ospitale per antonomasia; una vocazione turistica scoperta nel 1843 quando venne inaugurato il primo stabilimento balneare del litorale riminese e confermata nei decenni successivi con la realizzazione del Kursaal, centro termale e ritrovo più alla moda dell’alta borghesia europea che d’estate giungeva in Romagna per godersi la “stagione dei bagni”.
Ma fu con l’apertura del Grand Hotel nel 1908, in piena Bella Époque, che Rimini accrebbe la sua fama divenendo modello di ospitalità internazionale, la spiaggia più celebrata dalle cronache mondane dell’epoca, “l’Ostenda d’Italia” per la modernità delle strutture ricettive e balneari.
Il Grand Hotel Rimini, citato nel celeberrimo Amarcord, il film capolavoro di Federico Fellini, segna oggi un traguardo memorabile nella propria storia.
E nelle pagine del libro, l’autrice snocciola le vicende e i personaggi della migliore tradizione turistica continentale, partendo dall’oggi e andando a ritroso, citando il passaggio del Rex e il sogno in bianco e nero fra nebbia e speranza di diverse generazioni.
Così, il ritratto di Antonio Batani (per tutti Tonino), il re degli albergatori, si staglia con forza, assieme a quelli di Pietro Arpesella e di Federico Fellini. A far da contorno ci sono i volti, celebri, di viaggiatori come Gabriele D’annunzio ed Eleonora Duse, Lady D, il re Faruk e Vasco, ma anche i profili dei maître, dei direttori d’albergo, degli uomini e delle donne che, con il loro lavoro hanno contribuito a costruire il mito della vacanza.
Il viaggio della distinzione, l’esperienza del lusso fanno essi stessi parte della narrazione, come se il Grand Hotel e Rimini fossero la personificazione concreta e reale di quel sogno felliniano che ancora fa innamorare ed incanta il mondo intero.
Ma non è tutto perchè con le sue duecento camere, spaziose terrazze e l’imponente facciata in stile Liberty, l’edificio segna una pagina considerevole di storia dell’architettura oltre che di storia dell’urbanistica romagnola.
Al suo interno, dopo aver varcato il giardino esotico, si possono ammirare ancora oggi gli arredi francesi e veneziani del XVIII secolo, che rievocano atmosfere suggestive del passato.
Nel 1992, a fianco della struttura, è stato inaugurato un moderno Centro congressi, per accogliere svariati eventi annuali a livello nazionale ed internazionale.
All’esterno della cancellata, si trova il famoso Parco Fellini (la cui Piazza è sede di molti eventi), con i suoi ampi spazi di verde e sentieri ciottolati, che culminano nella Fontana dei Quattro Cavalli.
L’avventura del Grand Hotel, come ci ricordano le pagine firmate da Letizia Magnani, inizia con la sua progettazione, firmata dall’architetto uruguaiano Paolo Somazzi e con l’inaugurazione del 1º luglio 1908.
La grande struttura architettonica non subì variazioni nel tempo, fino all’estate del 1920, quando un incendio obbligò la rimozione forzata e permanente delle due cupole che sormontavano il Grand Hotel. A costringere un consistente restauro furono però le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale: gli anni cinquanta videro un rinnovamento totale del corpo di fabbrica, che non fu però stravolto nella sua essenza e decorazione.
In queste e nelle prossime settimane, il calendario di iniziative a Rimini che caratterizzano il compleanno del Grand Hotel, si presenta davvero ricco e completo.
Gli eventi celebrativi si sviluppano per tutta l’estate, fino alla fine del mese di agosto, avendo come cuore pulsante ovviamente il Grand Hotel stesso, ma non solo.
Luogo fisico e dell’immaginifico, in questi giorni lo storico edificio apre le sue porte a numerose iniziative allargate alla città e alla provincia: luglio sarà il mese del “grande anniversario”, ma bisognerà aspettare la sera di mercoledì 1 agosto, per la sorprendente cena sotto le stelle, ambientata in un’atmosfera romantica e liberty, davvero di altri tempi.
Clara Castaldo