Prima ha incassato. Zitta. Senza mai lamentarsi. Cercando di ribattere il più possibile ai colpi subiti. Con la speranza di rimanere attaccata al canestro. Poi, nel momento in cui ha visto l’avversario barcollare, ha piazzato il suo attacco. Terrificante. Spaventoso. Devastante. Cinque minuti giocati con l’acceleratore pigiato a tavoletta. In piena tranche agonistica. Cinque minuti, dal 33’ al 37’, in cui Reggio Emilia ha subito un 35-15 da uragano, con un 51-1 (!!!) di valutazione. Roba da vincita super milionaria con una schedina da un euro. Ma questa è la Coopsette. Una squadra assolutamente capace di tutto, nel bene e nel male. Alla fine il 96-77 è una punizione un po’ troppo severa per la Trenkwalder che ha passato in testa tutte e tre le boe (22-21, 46-43 e 62-61) prima dello tsunami riminese. Pensare che i primi venti minuti non erano stati belli da vedere con Scarone e compagni un po’ troppo molli in difesa. E proprio lì è arrivata la mossa vincente. Sacco (per lui il 67% di vittorie da quando è coach dei Granchi) ha giocato al piccolo alchimista riuscendo a bloccare i pick&roll emiliani con i riminesi più attenti anche sulle palle vaganti e sui secondi tiri. Se a tutto questo si aggiunge la straordinaria serata di Phil Goss (23 punti, 7 rimbalzi per un +29 di valutazione), l’incredibile apporto di Zanus (11 punti in 15 minuti) ma soprattutto la voglia di Sandro De Pol pronto a sbucciarsi le ginocchia per recuperare i palloni come se fosse un ragazzino alle prime armi, beh allora questi Granchi possono davvero recitare un ruolo importante. Da qui alla fine del campionato. A patto che non si commettano errori di concentrazione. Una prima risposta arriverà già domenica quando, al vecchio “Flaminio” (ore 18.15), andrà in scena il derby con Imola ormai con più di un piede in B.
Pier Luigi Celli