Tre certezze e tre incognite nel canestro riminese. Ma la prima tripla è quella che più conta: società, sponsor e nuovo allenatore rendono più roseo il futuro dei Granchi. E se c’è ancora incertezza sulle quote che Giorgio Corbelli, Adriano Braschi e Luciano Capicchioni detengono, pazienza: il Rimini Basket si è iscritto al campionato di LegaDue, ha un nuovo assetto societario ed è pronto a investire da 1.6 a 1.9 milioni di euro per la prossima stagione.
Dopo voci, indiscrezioni e ipotesi, adesso è tutto nero su bianco: manca solo l’avvallo del notaio, ma il nuovo corso dei Crabs è una realtà. Corbelli presidente, Braschi vice, Capicchioni settore giovanile: ecco il triumvirato che ha tolto il basket cittadino dalle secche della crisi nella quale era finito solo pochi mesi fa, quando persino la stagione 2009/2010 era a rischio. E lo sponsor è dietro l’angolo, un marchio da 400mila euro a stagione.
“L’operazione ha comportato tempi più lunghi del previsto – ammette Corbelli – perché siamo stati tirati tutti per la giacca. Ma sono orgoglioso di aver portato questo contributo. Già l’anno scorso ero stato tirato in ballo, ora il mio apporto è decisamente più importante”.
Per la verità, dopo la chiusura della lunga parentesi a Roma e Milano, Corbelli avrebbe volentieri staccato la spina per qualche altro anno, ma al cuore non si comanda: “dopo le due squadre metropolitane, potevo ricominciare solo dove sono nato e da dove sono partito” ammette l’imprenditore titolare della Telemarket, la casa d’aste televisiva più famosa d’Italia, che ora risiede a Brescia, al suo terzo tentativo a Rimini a livello societario. “Non facciamo né programmi né proclami. I debiti sono stati appianati, il budget è intermedio, non intendiamo certo ricoprire il ruolo di comparse: nel medio termine vorremmo tornare a ricoprire un ruolo importante nella pallacanestro italiana”.
Il Basket Rimini è un triumvirato, dunque. A livello di quote, Corbelli detiene oltre il 50%, Braschi e la RiminiSport meno della metà e Capicchioni un po’ sotto. Ma la situazione è fluida, e altri nomi potrebbero entrare sul carro in corsa modificando i rapporti di forza, fino ad arrivare ad un 33% per ciascuno dei tre gruppi. Ciascuno poi ha dato la sua zampata: se Braschi ha difeso il general manager Renzo Vecchiato, Capicchioni intende far entrare nello staff un uomo di fiducia (si parla del figlio Manuel che ha già ricoperto il ruolo a Rimini qualche stagione fa), Corbelli il decisionista si è portato dietro l’allenatore con il quale ha lavorato per otto anni: Attilio Caja. 49 primavere sulle spalle, dopo 18 anni di A1 è alla sua seconda esperienza in LegaDue, dopo la chiamata in corsa di Cremona durante lo scorso campionato.
“Non è un problema di categoria, viene prima la serietà delle persone con le quali lavori, che in questo caso è provata. Inoltre, partire da zero è stimolante: cercherò di ottimizzare al massimo i giocatori, e di far crescere i giovani”.
La rosa dei Crabs attualmente comprende i due Giacomo (Eliantonio e Gurini), Moreno e Pinton di ritorno dal prestito e il giovane Crow (che potrebbe anche accasarsi altrove per farsi le ossa). I nodi cruciali sono rappresentati da due bandiere: German Scarone e Carlton Myers.
“Carlton l’ho allenato a Roma, una stagione fantastica per entrambi, German era il mio play titolare nella Nazionale B allenata nel ’98” profonde stima per il capitano e il molleggiato, Caja. L’impressione però è che difficilmente i due restino entrambi a Rimini. Caja non fa nomi ma dice di voler puntare su giocatori esperti, italiani, a far da chioccia ad un gruppo di giovani. E Ticchi? Benservito al coach farmacista. Contratto da risolvere, come pure Pecile che non rientra nei piani tecnici del coach. “Voglio giocatori utili alla squadra, il tempo c’è”.
Paolo Guiducci
Nella foto: da sinistra il nuovo coach Attilio Caja, Adriano Braschi e il nuovo presidente Giorgio Corbelli (foto Gallini)