Passo falso dei Crabs che escono sconfitti dal “Pala Costa” di Ravenna (77-69). Un successo quello dell’Acmar sul quale non c’è nulla da eccepire come lo stesso Fabrizio Ambrassa ha dichiarato a sirena abbondantemente suonata. Contratiamente dal solito è Rimini a partire col piede giusto e pur non prendendo il largo, chiude la prima frazione avanti seppure di un’unghia, 33-34. Di ritorno dagli spogliatoi il copione non cambia, almeno fino a metà del terzo quarto quando Ravenna con Barbieri e Quartieri in gran spolvero trova un vantaggio che pian piano aumenta, complice la siccità offensiva biancorossa. Il finale è un disperato tentativo di rimettere in piedi una partita chiusa, ma il buon lavoro difensivo e le tante palle recuperate non si tramutano in altrettanti canestri e l’Acmar dalla lunetta fa il suo. Guardando un po’ da vicino le cifre ci si accorge che i biancorossi hanno tirato da 3 un terzo in più di quello fatto con i tiri da 2: 33 le bombe scagliate, 11 andate a segno, 22 i tiri tentati dentro l’area, 10 quelli realizzati. Una percentuale altissima, figlia di una scelta ad hoc di Ambrassa per cercare di arginare la “leggerezza” fisica sotto le plance. Ma al di là di ogni considerazione tecnica, del resto sempre opinabile, rimane una discreta prova offerta contro l’Acmar che resta dietro in classifica, 36 i punti per i Crabs, 28 per Ravenna che, però, ha ancora due partite da recuperare. Ora il campionato per i Crabs prevede una lunghissima sosta. Dopo due stop forzati, infatti, i biancorossi torneranno a giocare in casa il 25 aprile ospitando il Bassano che si trova attualmente in undicesima posizione, per poi concludere la stagione regolare il 28 aprile a Spilimbergo che contende ad Udine l’ultimo posto in classidica.
Nella DNA il Santarcangelo cede (88-85) all’Anagni regalando letteralmente la vittoria ai locali che per quasi tutto l’incontro erano stati costretti ad inseguire. Quando a 4’ dal termine gli Angels erano davanti di 13 punti sembrava fatta, ma un inatteso black out, 4 punti contro i 17 di Anagni, permetteva un’incredibile rimonta suggerita da una bomba proprio allo scadere. La sconfitta non comporta nulla di irrimediabile, ma speriamo serva per far capire ai clementini che fino a suono della sirena non ci si può mai rilassare.
Pier Luigi Celli