Vivere come un cuor solo ed un’anima sola
Per raccontare la mia Gmg userei l’espressione degli Atti degli Apostoli “La moltitudine […] aveva un cuore solo e un’anima sola”. Una delle cose che più mi ha colpito di questa esperienza è stata l’unità profonda dei cuori che Dio instaura tra le persone e l’amicizia genuina che si crea. Quando delle persone condividono la stessa fede si abbattono i muri di egoismo e nascono i legami di amicizia più belli, quelli legati da Dio. Ho sperimentato questo sentimento sia nei confronti dei ragazzi del mio gruppo, sia verso le persone che non conoscevo. Era bellissimo camminare per strada e sentire il desiderio di salutare chiunque incontravo, non semplicemente sulla scia dell’entusiasmo del momento, ma perché percepivo nel cuore che c’era qualcosa di profondo che ci univa, ed era la gioia della stessa fede. Questa grande unità di cuori e anime ha preso poi forma concreta nella notte della veglia quando ci siamo raccolti tutti intorno al Santo Padre: alla luce di tutto l’odio che si avverte nel mondo nei confronti della chiesa e del papa, è stato di grande conforto vedere quanti giovani amano Dio, la Chiesa e la sua guida sulla terra.
Gli insegnamenti di questa Gmg sono stati molti, ma una cosa in particolare porto nel cuore: Dio ti chiede tutto, ma è pronto a darti tutto, se scegliamo di essere radicati in Cristo e di metterLo al primo posto, tutta la nostra vita cambia, le cose più semplici e scontate avranno un colore diverso e sperimenteremo il centuplo quaggiù che ci è stato promesso.
Lucia Berardi, parrocchia SS. Angeli Custodi, Riccione
I tanti tesori nascosti della GMG
Questa di Madrid è stata per me la prima GMG. Non posso negare di aver vissuto con fatica i problemi e i rallentamenti tipici di quando si è in gruppo in mezzo a tanta folla. Tuttavia le difficoltà non hanno oscurato i tanti aspetti positivi che ho potuto sperimentare fin dai primi giorni del gemellaggio nella diocesi di Guadalajara. Insieme a Filippo E. sono stato accolto e ospitato da Bianca e Antonio, i quali fin da subito si sono resi disponibili e accoglienti, entusiasti del nostro arrivo. Mi sono sentito accolto come un figlio, in modo particolare quando con noi hanno deciso di condividere luoghi e momenti importanti della loro vita.
Dei giorni a Madrid le esperienze che hanno lasciato più il segno sono state le catechesi del mattino, dalle quali sono stato provocato ad una fede più vera, consapevole e missionaria. Non da meno le tante mostre sparse per la città. Tra le poche che sono riuscito a visitare mi ha colpito quella dedicata ai “santi giovani”, sempre fonte di grande pace, felicità ed entusiasmo di fede. Interessanti sotto altri punti di vista le visite ai musei ‘Prado’ e ‘Reina Sofia’. Come non citare i numerosi momenti di preghiera sia all’interno del nostro gruppo sia le liturgie condivise con tutti i giovani presenti, i primi vissuti in intima fraternità, gli altri con un più ampio senso di Chiesa Universale unita in e con il papa, Benedetto XVI.
Oltre a tutti questi aspetti ritengo che la GMG sia un’esperienza che riserva ancora molti tesori nascosti.
Andrea Tommasoni, Seminario
L’annuncio della gioia
Se dovessi definire la Giornata Mondiale della Gioventù con una sola espressione sceglierei “esperienza di vita”; un’esperienza incredibile, unica, fuori dal comune, che mi ha insegnato tanto sulla vita di tutti i giorni, sulle relazioni, su me stessa. Una schiera colorata e festante di giovani di ogni nazione che affluiscono insieme nella stessa città obbliga a farsi delle domande: perché lo fanno? Non avevano nulla di meglio? E soprattutto: cosa vogliono comunicare? All’inizio del viaggio non avevo una risposta soddisfacente, ma ora che sono di ritorno e riguardo le centinaia di foto scattate per immortalare ogni istante vissuto insieme, mi sorge spontanea questa affermazione: vogliono comunicare gioia.
I canti, le danze, le grida con cui ci davamo voce da un lato all’altro della strada non erano uno dei tanti modi per fare chiasso, come spesso piace a noi giovani: erano un’espressione di festa, di allegria, di gioia. La spontaneità con cui ci salutavamo e ci stringevamo la mano pur senza conoscerci, uniti dal semplice fatto di essere parte dello stesso grandioso evento, era quasi sconvolgente se confrontata con la diffidenza che spesso domina le nostre relazioni quotidiane.
Ripercorro questa settimana come una serie di flash che si susseguono nella mia mente: le piazze invase da una folla festante, i sorrisi di migliaia di giovani, la gentilezza dei madrileni, il silenzio che accoglieva quasi miracolosamente le parole del Papa, gli applausi e le grida di esultanza… sono immagini travolgenti, difficili da spiegare a chi non le ha vissute dal vivo, sotto il sole cocente, combattendo con la stanchezza fisica per respirare meglio la pienezza spirituale percepita in tanti momenti. Sono immagini che rimangono impresse nella mente e nel cuore, vivide e piene; il difficile arriva proprio con il ritorno, quando ci si immerge nuovamente nella vita di tutti i giorni e si cerca di riportare nella quotidianità almeno una piccola parte delle emozioni vissute, nella speranza di trasmetterle a chi ci circonda.
Chiara Togni, Crocifisso, Rimini
La contagiosa festa di un popolo libero
La GMG? indimenticabile. Caratterizzata da tanta preghiera e meditazione ma anche da tanti momenti divertenti e ricchi di fraternità. Forse è questo il sentimento che più si è sentito in quei giorni a Madrid e che ancora ci portiamo dentro: quello spirito che ci rendeva tutti uguali, tutti fratelli, senza distinzione di razza, nazionalità, origine o cultura… una forza e una gioia che tutti noi giovani abbiamo portato da ogni parte del mondo per diffonderla ovunque.
L’atmosfera che si sentiva era davvero emozionante: bastava uno sguardo, un saluto, un abbraccio, un piccolo gesto ed era subito festa… perché la GMG è una festa continua, perché si è felici di essere lì, di essere cristiani e di pregare; non conta dove: sul pullman, in un parco, davanti a un maxischermo o sotto la pioggia, bastava avere spirito di adattamento e tanta felicità e così bastava salire su un treno o su una metropolitana per incontrare subito tanti altri pellegrini e iniziare a cantare, ballare, suonare… lasciando meravigliati gli spagnoli che assistevano a questa strana festa tra giovani che non si spaventavano di niente, ogni momento era buono per stare insieme. La felicità che regnava era contagiosa, e ci dava ancora più forza e ancora più fede, perché in quella gioia si sentiva la Sua presenza, la presenza di Gesù! Non ci ha scoraggiato il caos della metropoli, né le calde temperature, né la tempesta… più pioveva e più la nostra voce cresceva… perché “esta es la juventud del papa”!
Chiara Giorgetti, San Mauro Pascoli
Le mille strade di un pellegrinaggio
Mettersi in gioco completamente, coinvolgere una comunità intera, vivere sulla pelle l’esperienza della strada e del pellegrinaggio. Poi trovarsi per due giorni al centro del mondo e con umiltà portare questo pieno di vita nella nostra piccola comunità. In due pensieri è questo il percorso che ha fatto il Clan del gruppo scout di Roncofreddo 1. Abbiamo coinvolto tutto il paese per autofinanziare il viaggio che questa estate ci ha portato in giro per la Spagna e non solo. Dieci giorni di Route, zaino in spalla, strada sotto i piedi. La certezza che alla fine del cammino saremmo arrivati a Cuatro Vientos per la JMJ insieme ad 1,5 milioni di ragazzi. Il percorso ci ha portato sulle strade del Cammino di Santiago di Compostela, dalla sua origine a Saint Jean Pied de Port (FRA) fino a Pamplona (SPA) attraversando i Pirenei per un totale di 75 Km. Il motivo di mettersi in cammino, da lontano, per arrivare a Madrid è stato quello di voler vivere sulla propria pelle l’essenzialità, distaccandosi dalle cose superflue che spesso vengono spacciate per essenziali. Condividere la fatica e l’aiuto reciproco, scoprire la generosità delle persone che ci hanno accolto. Ogni sera cercavamo ospitalità nei rifugi dei pellegrini o nelle parrocchie per poterci cucinare la cena e per dormire. È cosi che abbiamo conosciuto tante persone che nel momento del nostro bisogno ci hanno aiutato. E stato bello accorgersi che il Signore è sempre presente nella nostra vita e ci cammina al fianco. Questi giorni di cammino hanno dato un’identità al nostro piccolo gruppo (8 persone), una identità talmente forte che anche a Madrid, tra tante persone, non si è dissolta. A Cuatro Vientos tutte le emozioni si sono moltiplicate. Tanti ragazzi da mille strade, diversa dalla nostra ma come la nostra, a cantare e pregare insieme per Gesù vivo e presente in mezzo a noi. La Veglia, la santa Messa e poi il ritorno a casa. Il bello è che quello che è stato vissuto a Madrid non è stato per nessuno la conclusione di qualcosa ma l’inizio, il Big Bang in grado di dire a tutto il mondo che il bene c’è ed ha vinto sul male.
Clan-Destino, Gruppo Scout Roncofreddo 1
Un amore da raccontare a tutti
Sono partito per questa GMG dopo un’estate intensa e piena di impegni, in cerca di risposte, in cerca di quel qualcosa di più della quotidianità, che mi sembrava lontano. Durante tutto il viaggio ho avuto modo di avvicinarmi a Lui passo dopo passo: all’inizio volevo fare di testa mia, con i miei tempi e i miei desideri, ma poi ho scoperto che il segreto per vivere al meglio la GMG era affidarmi completamente al Signore, farsi Suo strumento. Da quel momento ho cominciato a ricevere doni inaspettati, a partire dall’accoglienza in famiglia durante il gemellaggio, i sorrisi degli anziani che siamo andati a visitare, le chiacchierate e gli incontri spontanei e profondi tra di noi e con i giovani spagnoli. I giorni nella diocesi sono volati in fretta ed è arrivato il momento di partire per Madrid! Nella capitale spagnola ho capito veramente cosa vuol dire essere in due milioni: le strade della città erano sempre colorate da bandiere di tutto il mondo ma, pur essendo in tanti, si trovava sempre il modo per conoscere ragazzi dall’altra parte del mondo e condividere con loro la fede, magari lasciando un piccolo regalo del proprio paese. Fino in cima, a Cuatro Vientos, dove neanche il vento e la pioggia sono riusciti a toglierci la gioia della fede, perché con i nostri canti abbiamo trasformato un momento di preoccupazione nel culmine della nostra esperienza. Grazie al confronto con tutti i giovani che ho incontrato torno a casa arricchito, forse con più domande, ma con una certezza che non mi fa vacillare, veramente ho scoperto l’amore smisurato di Gesù, da raccontare a tutti.
Davide, Movimento Studenti di Azione Cattolica