Capannoni più piccoli da destinare alle imprese, nuove tariffe per i taxisti e un’auto di scorta in caso di guasti, ma anche una politica di sostegno per PromoCattolica. Oltre 50 imprese artigiane, colpite duramente dalla crisi, hanno richiesto al sindaco Piero Cecchini nuovi interventi su regolamenti comunali e politiche di sviluppo dopo l’incontro tra i vertici di Cna e l’amministrazione comunale. “In particolare – spiega Odoardo Gessi, segretario Cna di Cattolica e San Giovanni – abbiamo richiesto una revisione su alcune norme di utilizzo delle superfici utili per i capannoni. Le imprese, circa una trentina, chiedono di poter utilizzare all’interno di un solo capannone anche superfici di 250-300 mq l’una, limitando così i costi di gestione. Attualmente la superficie minima utile è di almeno 900 mq”. In questo modo in un solo capannone vi sarebbe spazio per più imprese e attività e dunque vi sarebbero meno spese di gestione. Ma non finisce qui. Anche i taxisti, ben 22 quelli che operano in città, battono cassa: “Vorremmo rivedere le tariffe, che sono oramai ferme al 2005, con un adeguamento al mercato attuale – continua Gessi – ma chiediamo anche un’auto di scorta da poter utilizzare, su autorizzazione comunale, qualora uno dei 22 taxisti abbia un’auto in riparazione. Infine chiediamo anche di poter gestire noi, in città, un servizio di trasporto settimanale a favore degli anziani verso diverse destinazioni: supermercato, mercato settimanale, ospedale, cimitero, ecc.”.
Ma vi è molta preoccupazione tra le categorie anche per PromoCattolica, la società pubblico-privata per la promozione e commercializzazione del territorio di Cattolica, dalla quale l’ente pubblico ha confermato di voler uscire oppure di ridurre le sue quote. “Il futuro di PromoCattolica – conclude Gessi – e l’idea che ha la nuova amministrazione sulla società ci vede molto interessati. Credo che sia condivisibile l’obiettivo di ridurre notevolmente la partecipazione del Comune di Cattolica a favore di altri Comuni dell’entroterra e / o di imprese private. Ma se si trasformasse in una società meramente operativa e commerciale che si finanzia esclusivamente con fonti private verrebbe meno il confronto politico sulle scelte, ricondotto poi al tavolo della consulta turistica ed economica. In questo contesto allora non risulterebbe più necessaria la presenza delle associazioni di categoria che dovrebbero lasciare a loro volta il posto in PromoCattolica agli imprenditori”. Il confronto è aperto anche perché al momento la giunta Cecchini non ha ancora sciolto le riserve su quante quote rimarranno al Comune o se il Comune uscirà completamente, altra partita, dalla società. Intanto gli artigiani chiedono nuovi regolamenti e sostegno per sconfiggere la crisi.
Luca Pizzagalli