Tecnicamente sono definiti commercianti abusivi, ma per tutti sono più semplicemente vu’ cumprà. La polemica che li vede protagonisti emerge puntuale ogni estate dalle sabbie invernali. La sterminata boutique itinerante all’aria aperta tra l’ombrellone e il bagnasciuga, divide gli animi: il fenomeno è diffuso sull’intera costa romagnola ma è affrontato in maniera non uniforme. Persino l’atteggiamento dei turisti nei confronti dell’invasione di venditori abusivi che “appiedati” dalla crisi si sono riversati in strada e sulle spiagge, è differente.
Il caso di Rimini nord è eclatante. Pochi giorni fa, in occasione di un’operazione del nucleo antiabusivismo della Polizia Municipale e della Squadra nautica della Questura, con conseguente massiccio rinvenimento di merce contraffatta all’altezza del bagno 71-72 di Torre Pedrera, un gruppo di turisti ha insultato, contestato e criticato l’operato delle forze dell’ordine.
La risposta dell’assessore alla Polizia Municipale riminese non si è fatta attendere. “Non abbiamo bisogno delle vostre invettive – ha detto Roberto Biagini rivolto ai bagnanti schierati a favore degli abusivi – delle vostre volgarità e delle vostre forme ipocrite di beneficenza. Non siete graditi: andatevene. Boicottateci, per favore”. Risultato: un polverone politico e mediatico. La presenza di venditori abusivi, sull’arenile e sulla passeggiata, nel 2009 sembra aumentata. “Gli operatori si sentono abbandonati. – è l’opinione di Gianfranco Simonetti, Confcommercio riminese – Certe aree della città sono soffocate dalla presenza delle più svariate forme di illegalità”.
Venditori di cinture e occhiali, abiti, massaggi e tatuaggi: sulle spiagge riminesi s’incontra di tutto, “in particolare senegalesi, magrebini, cingalesi e massaggiatrici cinesi” illustra il comandante della Polizia Municipale, Vasco Talenti.
Prima in Italia, Rimini combatte l’abusivismo colpendo anche chi acquista griffe taroccate, con sanzioni salate, fino a 10mila euro. L’ultima multa l’ha beccata una turista milanese che ha acquistato una cinta Gucci contraffatta: 1.000 euro di contravvenzione alla signora, denuncia a piede libero per l’irregolare.
“Da giugno a settembre, il Nucleo di Polizia Turistica – rilancia Talenti – porta in spiaggia 25 agenti in due turni”. Ma i risultati, a detta di tanti, non sono poi così “solari”. E ambulanti illegali come Mattia, nome fasullo per un marocchino vero come lui, cercano di sbarcare il lunario, anche instaurando buoni rapporti con i turisti sotto l’ombrellone.
Dove l’andirivieni di vu’ cumprà sembra cessato è Riccione. “Viale Roma era off limits per le forze dell’ordine, posseduta da oltre 25 abusivi. Non siamo indietreggiati e a distanza di sei anni possiamo dire di aver ripreso il territorio”.
Fabio Franchini, vice comandante Polizia Municipale, non vuole fare l’eroe. Parlano però i numeri: dai 600 sequestri del 2003 agli attuali 10. In mezzo, la lotta che il Nucleo Abusivismo (Nac) ha sferrato. Certo, non è stato tutto rose e fiori: anche nella Perla si alzarono le lamentele dei turisti contro le “divise”, ma poi i cori sono andati scemando e oggi vige la tranquillità. Divisa con calzoni corti, maglietta bianca e scarpe da tennis, in bici o sui fuoristrada, 16 sceriffi da maggio a settembre battono la zona, dalle 7 alle 19. “Ma noi abbiamo solo 6 km di spiaggia da presidiare, Rimini il quadruplo” soccorre i cugini, Franchini.
Per fare fronte comune contro l’abusivismo, era partito un tavolo interforze in Questura, ma si è arenato a pochi metri dalla partenza.
Bellaria Igea Marina si è data da fare ritirando le licenze regolari agli ambulanti sulla spiaggia. Motivo: eliminare un sistema commerciale anacronistico e combattere meglio l’abusivismo commerciale che spesso ruota ai margini degli operatori con licenza. Confesercenti brandisce dati: 1.500 forse 2.000 abusivi che producono sulla costa un fatturato da 300/500 miliardi l’anno di vecchie lire. “Alle spalle del povero venditore ambulante gira una vera organizzazione malavitosa” spiega Mirco Pari, segretario Confesercenti. Allora non sarebbe meglio puntare in alto? “I venditori sono l’anello debole della catena, il problema è smantellare la rete che li innesca” gli fa eco don Renzo Gradara, direttore della Caritas. “Le fonti di approvvigionamento sono variegate e spesso targate Milano e Napoli” aggiunge Talenti. Un’associazione che tutela i migranti ha affisso un volantino, invitando a segnalare abusi delle forze dell’ordine in spiaggia. Offre consulenza e supporto legale. “La legge c’è e va rispettata” replica il riccionese Franchini. Alle sue spalle, i vu’ cumprà sono un ricordo.
Paolo Guiducci