Di recente è stato protagonista di un recital al Teatro degli Atti. Il pubblico ha così scoperto il ventiduenne pianista riminese Nicola Pantani, che ha conseguito il diploma accademico di primo livello lo scorso febbraio – ovviamente, con il massimo dei voti e la lode – all’Istituto Lettimi, dove ora sta frequentando i corsi di secondo livello con la guida del professor Enrico Meyer. Il brillante esito dell’esame finale ha poi trovato un ulteriore riconoscimento – che va ad aggiungersi alle numerose vittorie già ottenute in altri concorsi dal giovane musicista – nella partecipazione al Concorso Pianistico Nazionale Premio Venezia 2017: gloriosa competizione riservata, da ventiquattro anni, ai migliori diplomati italiani. Pantani si è classificato secondo, aggiudicandosi così il Premio intitolato ad Alfredo Casella. Scorrendo l’elenco dei brani su cui è stata condotta la selezione (quattro ordini di prove eliminatorie) si nota subito una netta propensione virtuosistica – il miglior termometro, per un giovane, di serietà nello studio – e figurano autori del grande repertorio romantico: da Beethoven a Schumann, senza trascurare gli inizi del novecento, con Skrjabin e Debussy. La posizione di massimo rilievo, però, spetta inevitabilmente a Liszt: all’ultima prova del concorso veneziano, Pantani ha eseguito il Sonetto 104 del Petrarca e quel monumento della letteratura pianistica che è la Sonata in si minore. Le soddisfazioni che il talentato strumentista, però, ha dato alla sua scuola di appartenenza non si limitano a questo: vale la pena ricordare che, nel 2015, aveva rappresentato all’Expo di Milano il Liceo Lettimi nell’ambito del progetto Vivaio Talenti, facendo così acquistare all’istituto scolastico riminese una visibilità che va ben oltre i confini locali.
Le sorprese che riserva Rimini, una città dove l’interesse per la musica non è la qualità che balza agli occhi per prima, comunque non si limitano al solo Pantani. Il 5 dicembre, a Milano, la quattordicenne Serena Fantini si è aggiudicata una borsa di studio istituita dalla Filarmonica della Scala per giovani violoncellisti (nella commissione esaminatrice le prime parti dell’orchestra milanese): un riconoscimento davvero prestigioso per questo giovanissimo talento, che frequenta il triennio accademico di primo livello nella classe di Marianne Chen, all’Istituto Musicale Pareggiato Vecchi-Tonelli di Modena. È vero che ha cominciato a studiare all’età di soli sei anni ed è figlia d’arte (il padre Paolo Fantini, ottimo clarinettista, è docente al Lettimi), per cui l’approdo alla musica è stato forse uno sbocco inevitabile, ma Serena, del suo, ci sta mettendo grande determinazione: nel curriculum di questa quattordicenne ci sono già numerosi concorsi vinti. In Italia e all’estero.
Giulia Vannoni