Per divertimento. Gianluca ha iniziato così a dare del tu alla droga. A 20 anni, però, la vita era già trasformata in agonia, dopo tre intere stagioni trascorse a bucarsi. “Mi stavo spegnendo pian piano. – racconta Ceregioli, oggi 23enne – Gli ultimi due anni li avevo trascorsi dentro l’auto parcheggiata a usare la roba. La mia esistenza non aveva più nulla di positivo”. L’unico obiettivo era trovare i 40 euro necessari a pagare la «tassa» quotidiana per trovare la roba e farsi. Diversamente era astinenza.
A 20 anni entra a San Patrignano, “perché non ne potevo più di quella vita. Certo, non pensavo ad una permanenza così lunga a San Patrignano. Pensavo giusto di stare qualche mese, di riprendermi un attimo e tornare a casa”. Il confronto con la realtà è stato impietoso: Gianluca doveva lavorare su stesso, imparare a vivere senza sostanze, riscoprire passioni. Appassionato di disegno, è stato inserito nel settore carte da parati. “Ho imparato un mestiere, o meglio, scoperto una passione che mi piacerebbe davvero portare avanti una volta fuori da qui”.
Gianluca è il prototipo di quella persona adulta, una su dieci, che negli ultimi 12 mesi, ha fatto uso di droghe. Ma più si abbassa l’età e più aumenta la fascia di popolazione a rischio soprattutto tra la popolazione studentesca: 1 studente su 4 (25,9%), pari a 640 mila ragazzi e ragazze ha fatto uso di almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno. Dati confermati dall’Osservatorio di San Patrignano che, in occasione della celebrazione dei 40 anni di attività per il recupero dalla tossicodipendenza e della Giornata Mondiale per lotta alla droga, lancia un allarme: un ragazzo su due che entra in comunità ha il primo contatto con le sostanze stupefacenti già a 14 anni. Prioritario investire in prevenzione. “Incontriamo ogni anno 50mila ragazzi – assicura Matteo Diotalevi, ufficio stampa di SanPa – durante le 30 tappe di un tour tra le scuole che vuole proporre uno stile di vita sano”.
Si parla tanto di droga, ma poco di problema sociale. E passare da un allarme che non suona più, all’indifferenza è facilissimo. “Il Governo Monti ha istituito una tassa di scopo per contrastare il junk-food, Antonio Martino una battaglia per la liberalità sull’utilizzo del casco, le campagne per la salute sono all’ordine del giorno. – fa notare Ferazzoli del Cnr – Eppure oggi si parla solo di droga low cost e droga smart. E contrastare i produttori è impresa improba: basta modificare un principio attivo e la sostanza non può essere rintracciabile tra quelle proibite, come ha tradotto sul grande schermo, in forma di commedia, il film Smetto quando voglio”.
Per gli operatori e gli educatori, il problema non è proibire ma comprendere e contrastare. “Occorre sottrarre le droghe all’ideologia e restituirle alla scienza” è la richiesta avanzata da Luigi Nicolais, allora presidente del Cnr, nel corso delle giornate We Free proprio a San Patrignano. Le droghe fanno male e si muore ancora di droga, come attestano i dati del 2017 (circa 263 decessi, con un trend però in costante diminuzione dal 2012, quando si era registrato il picco dell’ultimo decennio, con 390 morti)”.
Il fenomeno droga e dipendenze cresce in tutta Europa e l’Italia si trova ai primi posti per consumo di cannabis e cocaina. Il 33,1% di consumo di cannabis registrato fra la popolazione adulta italiana pone il nostro Paese al terzo posto nella classifica dei 30 Paesi europei dietro a Francia (41,4%) e Danimarca (38,4%). Mentre per la cocaina, con il 6,8% di popolazione adulta, l’Italia è quarta, dopo Regno Unito (9,7%), Spagna (9,1%) e Irlanda (7,1%) .
Negli ultimi 12 mesi, 4 milioni di italiani adulti, pari a 1 su 10 (10,9%), hanno consumato almeno un tipo di droga fra cannabis, cocaina, eroina, droghe sintetiche (ecstasy), nuove sostanze psicoattive (nps), ecc. E 1 su 3 (33,5%) lo ha fatto nel corso della vita. Tra le sostanze, la cannabis è di gran lunga la più consumata sia dalla popolazione adulta (33,1% nella vita, 9,8% negli ultimi 12 mesi) sia da quella giovanile (42,5% e 20,7%).
A chi propugna la legalizzazione, Antonio Boschini sventola un dato: nel 2016 in Italia sono state confiscate 71,7 tonnellate di droga (circa 24 mila sequestri, quasi 3 ogni ora) mentre in Spagna, dove la cannabis è legalizzata per uso ricreativo e sociale da anni, i sequestri sono di gran lunga superiori. Perché “Il mercato lo fa la qualità e il costo: lo Stato può far concorrenza alla malavita su questi fronti?”.
Il 91,4% dei sequestri ha riguardato la cannabis (65,5 tonnellate), il 6,6% la cocaina (4,7), l’1,2% altre droghe (0,9), lo 0,7% l’eroina (0,5) e lo 0,1% le droghe sintetiche (0,1) .
La spesa annua per il consumo di droghe in Italia è stimata pari a 14,2 miliardi di euro. E i costi sociali della droga arrivano a superare la cifra record di 17 miliardi di euro, ovvero l’1% del Pil.
Paolo Guiducci