“Giorno del Ricordo”: da sabato il via alle iniziative in programma a Rimini nel ricordo – il 10 febbraio di ogni anno – dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata.
L’Attività di Educazione alla Memoria del Comune di Rimini non si ferma e la Città si prepara a commemorare il Giorno del Ricordo, per tenere viva la memoria delle vittime dei massacri delle foibe, perpetrati tra il 1943 e il 1945 per opera della polizia segreta e dei partigiani comunisti jugoslavi, e il dramma dell’esodo giuliano-dalmata che tra il 1944 e il 1958 vide la quasi totalità degli italiani e delle italiane, almeno 250.000 persone, costretti ad abbandonare le proprie terre di insediamento storico, l’Istria, Fiume e Zara, passate dopo la Seconda guerra mondiale dalla sovranità italiana a quella jugoslava. Con la legge n. 92/2004, l’Italia ha istituito il 10 febbraio come Giorno del Ricordo, scegliendo la data del trattato di pace con cui nel 1947 l’Italia perse vari territori al confine orientale dell’Alto Adriatico.
In stretta sinergia con l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea di Rimini e con la partecipazione delle tre associazioni presenti a Rimini che rappresentano gli esuli – “Unione degli Istriani”; “Ass.ne Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia” e “Comitato 10 Febbraio” – il programma per il Giorno del Ricordo prevede per la mattina del 10 febbraio una breve cerimonia, organizzata secondo le restrizioni anti-COVID19, per la deposizione di una corona di alloro al monumento alle Vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale (ore 11, “Biblioteca di pietra”, Molo di Rimini, nella foto). A questo momento rituale di omaggio alla memoria delle vittime e degli esuli italiani, si affianca un calendario di quattro appuntamenti di approfondimento storico e di riflessione, dedicati alle scuole e alla cittadinanza.
Tenendo unite la dimensione della storia, che consente di studiare i fatti e di interpretarli alla luce delle fonti, e quella della memoria, che attraverso le testimonianze e i ricordi personali delle vittime offre un punto di vista soggettivo ed emotivamente più coinvolgente, dal 6 al 12 febbraio si alterneranno incontri (tutti su ZOOM, piattaforma dell’Istituto storico di Rimini) con la scrittrice Silvia Dai Prà, autrice del libro Senza salutare nessuno. Un ritorno in Istria (2019), in cui ricostruisce la storia del bisnonno Romeo, ucciso e gettato nella foiba di Vines, e con lo storico Kristjan Knez, Presidente della società di studi storici e geografici di Pirano (Slovenia) e direttore del centro italiano “Carlo Combi” di Capodistria, ognuno per un duplice appuntamento che affronterà l’argomento delle foibe e dell’esodo con un linguaggio e un approccio adatto sia ai giovani studenti che agli adulti e alla cittadinanza.
Sabato 6 febbraio alle 11, Silvia Dai Prà, ispirandosi dalla sua storia famigliare ricostruita nel libro, terrà una relazione per gli studenti dal titolo La memoria famigliare della tragedia delle foibe, replicata per un pubblico adulto domenica 7 febbraio alle ore 18 (sempre su ZOOM). Silvia Dai Pra’ è nata nel 1977 a Pontremoli (Massa), è cresciuta a Massa e ora vive a Roma. Laureata in Lettere, ha conseguito un dottorato di ricerca su Elsa Morante. Insegna in una scuola superiore e si occupa di istruzione per vari giornali e riviste. Nel 2007 ha pubblicato il romanzo La bambina felice Per Laterza ha pubblicato nel 2011 Quelli che però è lo stesso. Nel 2019 Laterza pubblica “Senza salutare nessuno. Un ritorno in Istria”
Giovedì 11 febbraio alle ore 11, Kristjan Knez parlerà alle scuole de L’Adriatico orientale nel Novecento e le sue metamorfosi, mentre venerdì 12 febbraio alle ore 17, terrà una conferenza aperta a tutti, intitolata Il confine mobile nell’Adriatico orientale e le traversie della popolazione italiana. Kristjan Knez (1981), di Pirano, si è laureato in Storia Moderna presso l’Università di Trieste ed è uno dei soci fondatori e presidente della Società di studi storici e geografici di Pirano (Slovenia). Inoltre è vicepresidente della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” e direttore del Centro Italiano Italiano “Carlo Combi” di Capodistria. I suoi studi concernono in particolar modo il periodo veneziano sulle sponde orientali dell’Adriatico e la storia del XIX secolo, cioè lo sviluppo della coscienza nazionale e come questa veniva trasmessa attraverso le espressioni culturali.
Iscrizioni per le scuole inviando una mail all’indirizzo: istitutostorico
Per le conferenza aperte alla cittadinanza non è richiesta iscrizione. Il link per accedere a Zoom sarà disponibile sul sito dell’Istituto storico riminese, http://