Metti il Meeting su un tavolo e fallo diventare un gioco. Il risultato sarà divertimento unito a far “memoria” della kermesse riminese. “Ma non è un gioco solo per addetti ai lavori” ci tiene a precisare Cristina Greiner. 52 anni, un marito, quattro figli e un cane, trent’anni anni fa stava per tagliare il traguardo dell’Università a Milano (filosofia) e dal secondo Meeting era tra le file del popolo della colomba. Trent’anni dopo, mostra orgogliosa il sogno diventato realtà: il gioco in scatola del Meeting per l’amicizia fra i popoli. “Lavoro per una società (Lasercopy centr di Milano, ndr) che si occupa di comunicazione ad ampio raggio per aziende. Un settore riguarda proprio il gioco come comunicazione aziendale. Al Matching di Milano ho incontrato Marco Maresi (responsabile commerciale Meeting) e Ainone ed ho loro sottoposto la mia idea: celebrare i 30 anni del Meeting con un gioco in scatola che aiuti il recupero della memoria storica, faccia divertire e – perché no – regali tante informazioni utili”.
Ci ha lavorato un inverno, dietro al Gioca Meeting, preparando strategia e domande. Il prototipo (20 domande scelte) è finito in mano a Maresi, che ha radunato attorno al tavolo alcuni amici ed è rimasto entusiasta. Voci di corridoio narrano di mega partite a ruota libera, nella sede del Meeting. Chi sia risultato vincitore, oggi il Meeting in scatola è una realtà. Mix di Trivial, Gioco dell’Oca e Monopoli, max 6 squadre a sfidarsi con tanto di gettoni, carte e dado, il gioco si svolge su una plancia nella quale campeggiano i manifesti di tutte le edizioni della kermesse ciellina. Le domande non saranno per addetti ai lavori (e si può sempre sparare la risposta a caso), ma almeno una ventina sono da espertoni. Un esempio? Riconoscere le citazioni di don Giussani. Oppure dichiarare quale vestito indossava il presidente Emilia Guarnieri durante la visita del papa Giovanni Paolo II, nel 1982. Ci sono poi gli interrogativi più tecnici: quanto costa la navetta, quale canzone ha dato inizio al Meeting 2008, quanti anni occorrono per vestire i panni del volontario e via di questo passo. Ma chi ricordi i nomi dei due dissidenti russi che presero parte all’edizione del 1980 (Bukovskij e Maximov), può davvero fregiarsi della patente di ciellino doc senza bisogno di passare dal via. Non manca qualche piccolo refuso, divertente. Chissà quante risate s’è fatto Nicola Sanese quando ha letto che il Meeting nel 1979 è iniziato in spiaggia.
Al Meeting il gioco ha goduto di una bella vetrina, ma “mi aspetto più soddisfazioni nelle prossime settimane, grazie al passa parola” ammette la Greiner. Venduto a 15 euro sul sito di Itaca, il Gioca Meeting campeggerà per Natale in diverse case. Lei, l’ideatrice milanese, si immagina già la nuova edizione: “un piccolo aggiornamento e quaranta carte ad hoc per i bambini”. E tutti a chiedersi: ma io, dov’ero e cosa facevo nell’anno di Lech Walesa?
Paolo Guiducci