Si gioca con le racchette. Il campo è diviso in due parti. E c’è una rete nel mezzo. Di che sport si tratta? Facile, il tennis. O almeno, questa è la prima risposta che viene in mente. Invece no, non è il tennis. E neppure il ping pong. Ma il badminton. Disciplina non proprio conosciutissima. Non a Savignano, però, dove viene praticato da anni all’interno dell’istituto «Marie Curie». E proprio a scuola Gianmarco Tosi Brandi, 18 anni il prossimo 8 agosto, lo ha scoperto diventando nel giro di poco tempo un vero e proprio fuoriclasse a livello italiano.
Gianmarco, prima di parlare di te, ci spieghi bene quali sono le caratteristiche principali di questo sport?
“Molti lo conoscono anche con un altro nome: volano. Si gioca su un campo rettangolare diviso da una rete alta 1.55 centimetri. Sono necessarie prestanza fisica, agilità e prontezza di riflessi. Lo scopo è di colpire un volano, appunto, usando una racchetta e facendolo passare sopra la rete in modo che l’avversario non riesca a rispedirlo indietro prima che tocchi terra e al contempo facendo sì che non atterri al di fuori dei limiti del campo. Ogni volta che si ottiene ciò, il giocatore guadagna un punto. Il primo che ottiene 21 punti (sul 20 pari si può proseguire finché non si hanno 2 punti di vantaggio) vince un set. Un incontro di badminton, come il tennis, può prevedere 3 o 5 set. E sempre come nel tennis, si può giocare anche in doppio”.
Di solito a scuola i ragazzi pensano al calcio o alla pallacanestro, come mai hai scelto proprio questa disciplina?
“Perché l’ho provata a scuola e me ne sono subito innamorato. Ho iniziato a fare dei tornei e grazie ai consigli del professor Paolo Pagliacci ho vinto anche due campionati regionali a squadre. Più mi allenavo, più giocavo e più capivo che quello era il mio sport. Fino a quando è arrivata la chiamata del Sudtirol”.
Squadra di serie A con la quale attualmente ti alleni, giusto?
“Esattamente. Terminata la scuola, a giugno dello scorso anno, mi sono trasferito a Malles, in provincia di Bolzano, dove sono tesserato per la prestigiosa Asv Mals Bad. Mi alleno presso il Centro Tecnico Territoriale della Federazione Italiana Badminton, insieme ai più grandi interpreti di questo sport. A seguirmi è l’allenatore olandese Henry Vervoort”.
Non solo campo, però.
“No, ho anche conseguito la qualifica di allenatore di 1° livello e a tutt’oggi sono il più giovane allenatore d’Italia”.
Come è la vita lontano da casa?
“Durissima. La sveglia suona alle 5.40. Mi alzo, faccio colazione e salgo sul treno dove, dopo un’ora e mezza, raggiungo il liceo di Merano. Ritorno a casa, faccio allenamento e poi studio fino a tarda sera. Nel fine settimana sono sempre in giro per tornei nazionali e internazionali. E poi ci sono i panni da lavare e la camera da tenere in ordine perché la sera possono venirti a ispezionare la stanza. Una vita dura, da atleta, con racchetta in una mano e valigia nell’altra, lontano da casa e dagli affetti. Ma i risultati arrivano e la crescita personale e sportiva prosegue velocemente, fino all’ingresso ai campionati italiani assoluti, riservati solo ai migliori giocatori del nostro paese. A 17 anni il mio sogno inseguito fin dal liceo si è avverato”.
Programmi per il futuro?
“A settembre inizierò l’ultimo anno del liceo scientifico a Merano e ho deciso di restare a Malles. Il mio progetto è laurearmi in Scienze motorie, proseguendo la carriera del badminton e allenando, cercando di farlo conoscere il più possibile anche in Romagna”.
Ermanno Pasolini