Basta con i soliti allestimenti in città per le feste. “Ecco qua quelli nuovi”. “Ma questi non c’entrano niente col Natale!”. Ormai per le nostre pubbliche amministrazioni le feste sono un periodo pesante, tra schizofrenia e ansia da prestazione. Soprattutto per quelle costiere dove gli eventi di fine anno devono fungere anche da volano turistico, ma in generale per tutte. Negli ultimi anni è partita infatti una gara a chi comincia prima e finisce più tardi, a chi ha gli scenari migliori per i selfie, a chi ha la pista da ghiaccio più spettacolare, il villaggio con più elfi e casette, a chi ha lo street food più street (che è una bella cosa ma, con tutto il rispetto, per molti il Natale evoca maratone mangerecce in soggiorno coi parenti). Avere tante opportunità è sempre meglio che non averne, per carità, ma senza esagerare. Nel medio-lungo termine questa tendenza un po’ preoccupa perché il Natale va preso con serenità. Sia da chi deve organizzare, che non c’è bisogno di cercare di stupire tutti gli anni. Sia per i cittadini, come quelli pronti a scannarsi sui social coi giudizi sugli allestimenti della loro città e di quelle altrui. O come quelli che si fanno prendere dal senso di colpa: “È l’Epifania e io sono stato solo a tre presepi di sabbia e due piste di pattinaggio”. Stiamo rilassati: per le feste non c’è bisogno di stressare il sistema nervoso, basta già quello digestivo.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini