Signore e signori, che la stagione dei funghi abbia inizio. Anzi, a dir la verità, è già qualche tempo che i boschi hanno aperto i loro sentieri ai tantissimi appassionati che vanno alla ricerca di questa prelibatezza della terra. Purtroppo, non sempre la conoscenza e la prudenza vanno di pari passo con la passione micologica. Soprattutto quando questa passione è improvvisata. Per i turisti della domenica, così come per i veri amanti della raccolta, ecco alcune informazioni, alcune regole da rispettare, e infine qualche suggerimento per saperne di più.
Le regole
“Prima di tutto – sottolinea Graziano Gregorini, dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Rimini – bisogna sapere che ci sono delle regole ben precise da rispettare. Non tutti sanno, ad esempio, che nei vecchi sette Comuni dell’Alta Valmarecchia, quelli che un tempo erano sotto la Provincia di Pesaro-Urbino, per raccogliere i funghi bisogna pagare una specie di tassa che se non ricordo male è di 10 euro per la raccolta giornaliera e di 30 per quella semestrale. Da noi, invece, nei boschi della vecchia provincia, si può andare senza nessun tipo di permesso. Certo, bisogna comunque rispettare la legge regionale”.
Legge che vieta la raccolta il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ma non solo.
“Non si possono portare a casa più di tre chilogrammi di funghi a testa e solitamente nella raccolta è vietato usare rastrelli, uncini e altri attrezzi simili per smuovere o grattare il sottobosco, perché possono danneggiare l’humus del terreno, compromettendo irrimediabilmente lo strato di micelio che produce i funghi stessi. Inoltre, per il trasporto, è vietato usare buste di plastica. I funghi raccolti, infatti, vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi aerati come i famosi cestelli. In questo modo si permette la disseminazione ulteriore delle spore”.
Ci sono poi delle regole, diciamo così, di buona educazione.
“Quando si raccoglie un fungo è bene non tagliarlo alla base perché così lo si rende irriconoscibile – spiegano dalla sede del Gruppo Micologico Ecologico del Dopo Lavoro ferroviario – inoltre non si dovrebbero raccogliere gli esemplari troppo giovani perché non hanno ancora prodotto i loro semi ma neppure quelli troppo vecchi o ammuffiti. Qualcuno, poi, ha il brutto vizio di danneggiare intenzionalmente i funghi: anche quelli velenosi o quelli che non si conoscono, svolgono indispensabili funzioni per il mantenimento dell’equilibrio biologico del bosco”.
I controlli
Infine la regola di tutte le regole: se non siete sicuri della commestibilità dei funghi raccolti, non azzardate a mangiarli perché i rischi che potreste correre sono molto gravi.
“Nella nostra provincia ci sono ben tre punti dove poterli andare a far controllare – sottolinea Silvio Cantori, responsabile dell’Ispettorato Micologico dell’Ausl di Rimini – uno si trova a Novafeltria in piazza Bramante, 10; un altro è nella sede dell’Associazione Micologica di Riccione e un terzo è al piano terra del Colosseo, in via Coriano, a Rimini. Il controllo è completamente gratuito e l’invito che rivolgo a tutti è quello di mangiare i funghi in completa sicurezza perché le intossicazioni sono sempre dietro l’angolo”.
L’ultimo caso si è avuto a Novafeltria.
“Tre persone sono finite all’ospedale, fortunatamente se la sono cavata in pochi giorni. Ma attenzione, anche abusare di troppi funghi non è salutare. Ad esempio, mangiare troppe Russole, magari non cuocendole bene, può provocare danni seri. Del resto come dico sempre, non si nasce esperti di funghi, ma lo si diventa. È un po’ come con la matematica: si parte dalle addizioni e dalle sottrazioni per poi, via via, arrivare ai massimi sistemi”.
Che come paragone, rende perfettamente l’idea.
Francesco Barone