È un grande giorno per la Chiesa, soprattutto per quella che vive in terra d’Islam, ma anche per molti sacerdoti e gruppi cresciuti nella spiritualità di Charles de Foucauld.
Il Concistoro, presieduto da Papa Francesco, ha decretato la canonizzazione del sacerdote francese (1858-1916), insieme ad altri 6 nuovi santi. La notizia è subito rimbalzata nella Chiesa del Nord Africa.
Monsignor Paul Desfarges, arcivescovo di Algeri, ha così commentato: “Charles de Foucauld ha un posto di rilievo nella nostra Chiesa. È lui che voleva essere fratello universale, lui che è andato per primo incontro agli altri, lui che si è fatto prossimo. Ed è un po’ la vocazione della nostra Chiesa. La spiritualità di Nazareth sulla quale si fondava il carisma di Charles de Foucauld, ha profondamente segnato la nostra presenza in questa terra, una presenza amica e fraterna dove l’incontro umano è l’essenziale. La sua canonizzazione ci conferma nella nostra vocazione di essere una presenza fraterna di incontro, di umanità e spiritualità con tutti”. Charles de Foucauld è stato anche e soprattutto un pioniere del dialogo con le altre culture e religioni, in particolare con l’Islam. “Ha sempre insistito molto sulla bontà”, osserva mons. Desfarges.
“Il suo era l’apostolato della bontà. La priorità per lui era quella di amare le persone, amarle per come sono, amarle gratuitamente. Il dialogo quotidiano che costruiamo oggi con i nostri fratelli musulmani, si pone proprio su questa dimensione, nel solco della bontà”. Si tratta purtroppo di un’eredità che fa fatica oggi a farsi spazio in un tempo di muri, paure e pregiudizi, soprattutto verso chi è diverso.
“Aver paura dell’altro non porta da nessuna parte. Al contrario, il messaggio oggi dovrebbe essere: non abbiate paura. I muri costruiti dalla paura vanno abbattuti ma per farlo occorre avvicinarsi, incontrarsi, conoscersi. La paura nasce proprio perché non ci si conosce veramente per quello che siamo. Più si approfondiamo la conoscenza l’uno dell’altro e più riusciamo a riconoscerci fratelli, più umani, più universali”.
Nato a Strasburgo nel 1858, prima militare, poi esploratore, dopo una lunga ricerca di Dio (per molto tempo si professa ateo), durante un pellegrinaggio nei luoghi della vita di Gesù, Charles de Foucauld trova la sua vocazione e si ordina sacerdote all’età di 43 anni. Si reca nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a Sud a Tamanrasset con i Tuareg dell’Hoggar dedicandosi ad una silenziosa vita di preghiera, unico cristiano in mezzo a mususlmani, nell’incessante desiderio di essere per ogni persona il “ fratello universale”. Muore a 58 anni la sera del 1° dicembre 1916, assassinato da una banda di predoni. Benedetto XVI lo ha beatificato nel 2005.
Maria Chiara Biagioni