Fotovoltaico, affari “solari”

    Installare un impianto fotovoltaico a zero spese… o quasi. L’opportunità fornita dal bando 100 impianti fotovoltaici per 100 comuni cui possono far domanda i residenti del capoluogo fino al 29 maggio, sembra allettante. Come esplicitato nella modulistica in distribuzione al nuovo Urp di P.zza Cavour, i cittadini ai primi 100 posti della graduatoria, stilata in base sia ai tempi di presentazione delle domande sia al rispetto di determinate condizioni di fattibilità tecnica, potranno aggiudicarsi un impianto della potenza di 3 kilowatt, “che fornirà energia elettrica gratuitamente per oltre vent’anni”, con “un esborso totale di soli 300 euro” (300 euro?).

    Il bando
    A promuovere l’iniziativa è Ener, Ente Nazionale Energie Rinnovabili, che per la parte tecnica si è affidato a Energesco, società romana nata nel 2006, specializzata in energie rinnovabili per enti pubblici, aziende e privati. Partito con lo slogan dei 100 comuni, il progetto, dicono da Ener, è arrivato a coinvolgerne 1.400 in Italia tra i quali Rimini (unico per ora in provincia anche se da Ener dicono che si sta interessando al progetto anche Cattolica).
    Sarà Energesco a fornire chiavi in mano l’impianto: un gazebo di 20-25 mq. I cittadini che partecipano al bando hanno la possibilità di vedere il modello nei manifesti diffusi per promuovere l’iniziativa.
    Arriviamo al costo dell’impianto, comprensivo di installazione, documentazione Enel e Gse, allegati tecnici per la pratica edilizia: 21.890 euro inclusa Iva per il modello in legno. Oltre 7.000 euro a Kw. Ci sembra molto rispetto ai prezzi che oggi interessano un impianto di quel tipo: al massimo, ci dicono esperti del settore: tra i 4.000 e i 5.000 euro Iva inclusa. Certo, senza gazebo. Ma quanto inciderà in più quella struttura?
    Andiamo oltre. Il tutto, si legge nel bando, compresa la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, è a carico di Energesco ad eccezione delle spese inerenti le opere di scavo e la messa in opera di eventuali platee a carico del richiedente…
    Continuiamo a leggere. Il richiedente, se ammesso in graduatoria, “si impegna a versare a favore di Ener la somma di 300 euro come quota associativa”. Somma che sarà comunque restituita nel caso l’installazione non avesse luogo per motivi tecnici.

    Quali obblighi?
    Il cittadino si impegna ad effettuare per un periodo non inferiore ai vent’anni dall’attivazione del sistema, “la custodia dell’impianto preservandolo da tutti gli eventuali ostacoli (es. costruzioni, alberi, ecc.) che possano impedire le migliori condizioni di funzionamento, impegnandosi a non asportarlo o disattivarlo, a non modificarne la destinazione d’uso…”. Giusto, anche se facessimo un impianto per conto nostro lo custodiremmo con cura. Ma vent’anni sono tanti. E se ci pentissimo? Se volessimo vendere baracca e burattini? Se avessimo necessità di togliere o spostare il gazebo? Impossibile. Anche perché leggendo uno degli allegati da firmare, il richiedente si impegna a “cedere a titolo di comodato d’uso per un periodo non inferiore ai vent’anni”, quella porzione di terreno, pari circa a 30 mq.
    Se invece quell’impianto volessimo tenercelo anche dopo i vent’anni, da quel momento saremmo noi a diventarne a tutti gli effetti titolari.

    La formula “Esco”
    Il richiedente che sarà ammesso a graduatoria “potrà usufruire dell’impianto attraverso la formula Esco”. In pratica, si ottiene il servizio “attraverso la cessione all’istituto finanziario indicato da Energesco per il periodo di vent’anni a decorrere dall’entrata in vigore del sistema fotovoltaico, del contributo incentivante (conto energia, ndr.). Quindi il cittadino apre un contratto con Gse ma lo cede in presenza di un notaio indicato da Energesco, alla stessa società romana che, di conseguenza “si impegna a versare per tutta la durata del contratto stipulato con la finanziaria, una cifra che mensilmente servirà a coprire per intero la rata del finanziamento”.
    Dunque il cittadino non paga nulla (a parte i 300 euro iniziali), ma rinuncia ad incassare per vent’anni il contributo Gse che invece va a Energesco.

    Quali rischi?
    Cerchiamo di capire qualcosa di più con l’aiuto dell’Ing. Davide Frisoni, dello sportello Energia del Comune di Rimini.
    Se si offre un impianto gratis in cambio della cessione dei proventi del conto energia, perché poi è lo stesso cittadino a dover chiedere il prestito?
    “Non è proprio così – ribatte l’Ing. Frisoni – Energesco si presta come garante del pagamento e si impegna a versare tutte le rate all’istituto di credito. Non a caso, il bando è stato pensato per venire incontro a quanti desiderano installare un impianto fotovoltaico ma hanno già esposizioni finanziarie e fanno fatica a contrarre nuovi mutui”.
    E se Energesco fallisce o scappa?
    “Non corre nessun rischio. C’è una clausola del contratto che prevede che se Energesco fallisce o interrompe l’attività, perde la cessione del contratto e a quel punto il contributo del Gse torna al cittadino. Quindi sarebbe quasi un suo vantaggio!”.

    Vantaggi e perdite
    Quanta energia è in grado di produrre il gazebo?

    “Circa 3.700 Kw all’ora (Kwh) l’anno. Poco meno del consumo medio di una famiglia, circa 4000 Kwh. Per un impianto di questo tipo, integrato, dalla potenza di 3 Kw, il contributo Gse ammonta a 46-47 centesimi per ogni Kw prodotto all’ora”.
    Ma moltiplicando il contributo (47 centesimi x 3.700 Kwh) per vent’anni, Energesco si prende 34.780 euro a fronte di un costo di 21.890 euro…
    “Sì, circa 13mila euro è quello che si intasca per pagare gli impianti”.
    Anche il costo, 21.890 euro inclusa Iva per il modello in legno, appare un po’ eccessivo…
    “Oggi un impianto di quella potenza costa sui 15mila euro. Aggiungendo struttura in legno, fissaggio, ecc. si arriva a 18mila. Ma Energesco si impegna a gestire l’impianto al massimo dell’efficienza sostituendo gli inverter usurati, facendo la manutenzione per vent’anni e pagando l’assicurazione annuale contro furto, incendio, atti vandalici e mancata produzione”.
    Quindi?
    “Tenendo conto anche dei tassi attuali di interesse di un mutuo senza la formula Esco, che oggi ammontano circa al 2,5%, si arriverebbe a pagare qualcosa come 10mila euro solo di oneri finanziari in vent’anni. Alla fine i conti tornano”.
    Energesco ha obblighi di tempo per l’installazione?
    “Scaduti i termini del bando il 29 maggio, anche se è probabile una proroga, ci vorrà un mese per l’istruttoria e la verifica delle pratiche che al momento sono una sessantina. In un mese dovrebbe arrivare la risposta di Energesco sulla fattibilità degli impianti ed entro giugno dovremmo avere la graduatoria definitiva. Entro l’autunno l’installazione. Non oltre il 2010: è molto probabile che dal 2011 gli incentivi del conto energia saranno più bassi, anche del 5-10%”.
    Avrà delle conseguenze, questo, sui contratti stipulati con Energesco?
    “No. Alla peggio sarebbe Energesco a rimetterci. Ecco perché ha tutto l’interesse a realizzare gli impianti entro il 2010”.
    Energesco è partner nazionale dell’iniziativa. A livello riminese invece?
    “La E.S.Co. di Cna, Energy Eco Group. Per la realizzazione degli impianti si pensa invece ad un gruppo di imprese collegate a Cna”.

    Riassumendo…
    Per chi non ha le possibilità finanziarie per un investimento di questo tipo, il bando è senz’altro utile. Oltre ad invogliare i più indecisi che possono aver qualche freno nell’affrontare di tasca propria una spesa che, in ogni caso, si ripaga nel giro di qualche anno. Ma mettendo sulla bilancia obblighi e vantaggi, considerando che Energesco si prende dal Gse più di quanto servirebbe nel concreto per pagare l’opera e considerando che il cittadino, pur con i vantaggi di assicurazione e manutenzione gratuita assicurata, non ha molte libertà di movimento, non è forse il caso di muoversi in altre direzioni? “Anche noi – afferma Frisoni – consigliamo, a chi ha le possibilità, di rivolgersi ai Gruppi d’Acquisto Fotovoltaico che possono ottenere un impianto a prezzi certamente più competitivi”. Insomma, vagliare bene tutte le possibilità, questo è già un passo importante.

    Alessandra Leardini