Oramai nessuno lo ricorderà, tra l’altro da poco (settembre 2024) c’è stata, presso la Corte d’Appello di Bologna, l’ultima assoluzione degli ex amministratori finiti a processo con l’accusa di falso in bilancio, ma sono sei anni che la Carim, storica banca di Rimini, è passata di mano. Voi direte: ma che c’entra? C’entra eccome. La Carim era posseduta per il 70% dalla Fondazione omonima, da cui ricavava bei soldini da investire sul territorio. Il crollo della Banca, per scarsa visione del socio di maggioranza, ha portato al relativo crollo delle risorse disponibili della Fondazione. Con conseguenze non di poco conto. Basta sapere che, in mezzo a tutte queste vicende, le erogazioni sul territorio della Fondazione Carim sono precipitate da 3,4 milioni del 2010, ad un misero 174.000 euro nel 2023, di cui 162.000 destinate al Polo universitario di Rimini. Un tempo, all’assistenza anziani e al volontariato, venivano destinati quasi un milione di euro, nell’ultimo bilancio 2.000 euro. Non ci sono più soldi nemmeno per le mense dei poveri. Ma mentre Rimini si impoveriva e tante iniziative venivano tagliate (le mostre a Castel Sismondo, per esempio) i vicini avevano un’altra marcia. Nel 2023, la Fondazione Carifo (Forlì) ha investito nel territorio provinciale la bellezza di 13,5 milioni di euro, di cui 1,4 milioni nell’Università, 800.000 euro nella salute, quasi 4 milioni in arte e beni culturali (tra cui le mostre del Museo civico San Domenico), 3 milioni in sviluppo locale e 2,5 milioni in assistenza sociale e volontariato. Cifra inferiore, ma sempre invidiabile per Rimini, è quella messa a disposizione dalla Fondazione Carira (Ravenna): 3,6 milioni, di cui 1,4 milioni per l’università, 1,3 milioni di euro per assistenza sociale e volontariato, 800.000 per arte e beni culturali. In queste condizioni non può sorprendere se i vicini attivano nuovi corsi universitari, ultimo Ingegneria nautica a Forlì, che il mare ce l’ha a 50 chilometri, mentre Rimini regge a fatica (in anni recenti c’è stata una sorta di fuga da Unirimini, che gestisce il Campus) il suo Polo universitario.
Ma non meno importante, quando i finanziamenti pubblici al sistema sanitario si riducono in termini reali (cioè al netto dell’inflazione), è il sostegno alla salute territoriale. Che a Rimini, da parte della Fondazione, è pari a zero euro. Ecco come la cattiva gestione di una Banca sta impattando negativamente, a distanza di anni, sullo sviluppo del territorio provinciale. E sarà così anche in futuro.