Questa volta un po’ abbiamo rischiato. Nelle agenzie sulla morte di Anita Ekberg, presto finite su tutti i media nazionali, si faceva riferimento a quella famosa lettera che l’attrice inviò nel 2011 alla Fondazione Fellini di Rimini per chiedere sostegno viste le sue difficoltà economiche. Appello del quale Rimini rispose con una serata di raccolta fondi promossa pochi mesi dopo. La notizia è finita qui e per fortuna ai media nazionali non è interessato più di tanto interpellare direttamente la Fondazione di cui sopra. Perché, se lo avessero fatto, non avrebbero trovato nessuno. La Fondazione Federico Fellini di Rimini, infatti, come recita da tempo una parentesi nell’home page del suo sito, è in liquidazione dopo l’aggravarsi del dissesto economico.
Ma questa volta siamo stati scaltri. Non è successo come per il problema fogne, dove c’è stato chi ha postato da Rimini immagini di scarichi a pieno regime ottenendo la ribalta dei social, decine di migliaia di visualizzazioni e decine di migliaia di insulti dai suoi concittadini.
Il problema ce lo siamo tenuto per noi aspettando che l’attenzione si rivolgesse altrove, ostentando indifferenza e fischiettando con le mani in tasca. Ovviamente, il tema di Amarcord.