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Fine delle lamentazioni

Non c’è incontro di verifica che faccio con i catechisti che non emerga la storia di qualche ragazzo in seria difficoltà, con i genitori che cadono dalle nuvole, quando segnali la situazione. Professori, educatori, preti, poliziotti, tutti coloro insomma che hanno a che fare con un ruolo formativo oggi, denunciano con forza il malessere che attraversa il mondo giovanile, ma che già si manifesta nei primi anni di vita sociale, fin da bambini, sempre più “disturbati” e bisognosi di attenzioni. Recenti fatti di cronaca di bullismo, come quello dei piccoli raid al liceo scientifico Einstein, non fanno che confermare la situazione di disagio. Se non vogliamo usare il termine “emergenza educativa”, certo vi è una vera urgenza educativa, che deve coinvolgere tutti, partendo dalle famiglie fino alla comunità cristiana, la scuola, lo sport e anche la politica.
La Chiesa riminese subito all’inizio del decennio dedicato dai Vescovi italiani al tema “Educare alla vita buona del Vangelo”, ha scelto di smettere di far parte del coro delle lamentazioni, e di rimboccarsi le maniche, scegliendo di porre in atto gesti di cambiamento, partendo dalle situazioni che ognuno vive. Ma prima è necessario capire e conoscere il fenomeno nelle sue cause e conseguenze. Per questo
ha scelto, da subito, di fermarsi e riflettere. Lo farà con un convegno diocesano che si terrà alla Sala Manzoni dal 31 marzo al 2 aprile 2011, ma che avrà come tappe intermedie altri due importanti appuntamenti, il 12 e il 24 febbraio, nei quali sarà privilegiato l’ascolto delle realtà impegnate sul territorio.
Per fare questo ha messo in moto una riflessione che coinvolgerà nel prossimo mese dai gruppi giovanili ai loro educatori, dalle famiglie ai consigli pastorali, dalle parrocchie ai movimenti. Le comunità hanno ora in mano uno “strumento di lavoro”, con schede per la rilevazione dei dati e anche di giudizio e verifica sull’impegno educativo della nostra comunità ecclesiale. La diagnosi non riguarderà però solo le patologie, ma cercherà di evidenziare gli aspetti positivi e le risorse che sono in atto nella comunità ecclesiale riminese, evitando, naturalmente trionfalismi, davvero fuori luogo.

di Giovanni Tonelli