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Fiere e Congressi, avanti

Il Palacongressi lavora a pieno ritmo, la Fiera migliora addirittura le previsioni. Parlano i conti, signori. Perché privatizzare ora, operazione che equivale a svendere? Lorenzo Cagnoni snocciola i dati semestrali 2014 di Palas e Fiera, chiude la porta ai detrattori del libro bianco e si toglie qualche sassolino dalla scarpa sfidando Gnassi, Vitali e il nuovo presidente di Camera di Commercio, Fabrizio Moretti, la triade convinta di dover ricorrere ai privati per sostenere le due strutture riminesi.

Congressi. Per la controllata Convention Bureau della Riviera di Rimini il primo semestre 2014 si chiuderà in linea con le previsioni: 4 milioni e 741mila euro di fatturato: il budget indica per fine dicembre 8 milioni e 600mila euro. Il margine operativo lordo è di 97mila euro. Dopo il milione di debito registrato nel 2013, una ventata d’aria fresca.
Le presenze si sono attestate, a fine giugno 2014, su oltre un milione di persone, “frutto” di 56 eventi realizzati, nove in più rispetto allo scorso anno.
L’agenda 2015 conta già 30 eventi in portafoglio, uno in particolare è “magico”: la convention del luglio 2015 della Federazione Internazionale delle Società Magiche (FISM), sei giorni con oltre 30mila presenze in arrivo da tutto il mondo. Una candidatura che ha vinto la concorrenza della capitale di Seul e Dublino. “Gli eventi sono meno partecipati ma per fortuna non calano di numero, specie nel settore associativo” fa notare il presidente di Convention Bureau, Roberto Berardi. “È in atto una guerra dei prezzi e senza vincoli, ma Rimini è comunque competitiva. – assicura con piglio il direttore Stefania Agostini –La migliore performance è dovuta anche all’efficientamento della struttura, alla rinegoziazione di forniture con i partner e alla gestione interna di alcuni servizi, come la tecnologia e i parcheggi”.
Altro asso nella manica per il 2015 sono i Campionati europei Cral, in programma a Riccione dal 3 al 7 giugno: attese oltre 35mila presenze impegnate in 22 discipline sportive.
“Se non avessimo costruito il nuovo Palas, che per caratteristiche architettoniche e capacità gestionali ha saputo tener fronte a questo complesso scenario, saremmo usciti dal mercato. Ed è invece proprio il nostro posizionamento ad assicurarci competitività” taglia corto Cagnoni. Lorenzo il Magnifico fa notare la posizione di Cenerentola dell’Italia proprio per la mancanza di strutture moderne all’altezza delle esigenze internazionali. E il rapporto costo/qualità del Palas, realizzato con 102 milioni di euro. La struttura di Roma, in cantiere da oltre dieci anni, identica al Palas per caratteristiche ricettive, ne costerà 400.
Mostra il petto in fuori, il presidente Cagnoni, quando il discorso scivola sulla Fiera. Il Gruppo Rimini Fiera regala semestrali addirittura migliorativi sulle previsioni con 30.648.000 euro di ricavi al giugno 2014 e un pretax di 803mila euro, contro i 650mila previsti.

I dati del business plan prevedono che nel 2016 Rimini Fiera, oltre ad azzerare il debito assunto per la realizzazione del quartiere – 300 milioni di euro – debito sceso in dodici anni anni a 14.8 milioni, avrà una posizione finanziaria netta positiva per 4.7 milioni. A partire dal 2017 si darà il via inoltre alla distribuzione dei dividendi per 3 milioni di euro. Ai soci (Comune e Provincia di Rimini, Camera di Commercio) chiede dunque di resistere per tre stagioni. Restano da trovare 3.6 milioni annui per tre annate:“possibile che non si trovino soluzioni per reperire quei 10 milioni?”. Per Cagnoni “le soluzioni ci sono” ma le svelerà nelle sedi istituzionali. “Non sono contrario alla privatizzazione che ho avviato nel 2004, ma non intendo svendere un comparto che regala il 12% del Pil riminese”. Cari soci, siete avvertiti.

strong>Paolo Guiducci