Abbiamo davvero bisogno della religione? Le religioni sono necessarie alla convivenza sociale? Sono questi interrogativi che toccano da vicino ognuno di noi e riguardano la società contemporanea, sia dal punto di vista delle esistenze individuali, sia sul piano più generale della politica e della cultura.
Nel mondo il numero di chi si professa “non religioso” è in continuo aumento. In controtendenza, invece, proprio mentre le credenze religiose sembrano sparire, si assiste al ritorno del “fondamentalismo religioso” e si parla di “scontro tra civiltà” in relazione soprattutto ai fatti di cronaca nera che hanno coinvolto molte città europee. Proprio nel momento in cui la religione sembra perdere il suo scendente si torna a parlarne, almeno in Europa occidentale, sia all’interno dell’opinione pubblica che con indagini di tipo sociologico, riconquistando il prestigio che aveva un tempo. Questo succede nell’Occidente che ha bisogno di chiedersi quale sia davvero il valore della religione.
Dialogo e riflessione possono alimentarsi anche a partire da un frame, da un dialogo, da una inquadratura. “Fedi in gioco” è una rassegna di film per il dialogo interreligioso, in programma presso il Cinema Tiberio di Rimini, selezionato tra 20 sale italiane (e 10 circoli del cinema) per questa edizione. Promossa da Acec – il collaborazione con il Festival trentino Religion Today, il primo festival internazionale di cinema delle religioni – la rassegna (ore 21.15, biglietto € 3) si auspica che le Sale della Comunità e le realtà ecclesiali riescano ad aprirsi alla contemporaneità attraverso il cinema, strumento per stimolare la coscienza critica delle persone e favorire la cultura dell’incontro e della pace.
“Fedi in gioco” è diventato anche una trasmissione di IcaroTv (canale 91) condotta da Simona Mulazzani e Paolo Guiducci, con ospiti in studio il critico cinematografico Paolo Pagliarani, in onda venerdì 10 novembre alle ore 21.
Tre martedì consecutivi davanti al grande schermo per incontrare le grandi religioni del libro (cristiana, ebraica, islamica) con suggestioni di celluloide. Buio in sala martedì 7 novembre con il film Agnus Dei, la proposta filmica dedicata al cristianesimo, Les Innocentes di Anne Fontaine. In un ordito di Storia e storie, il primo nodo ci riporta all’atrocità degli stupri dell’Armata Rossa in marcia verso Berlino. Ambientato in Polonia nel dicembre del 1945, Agnus Dei segue l’intenso incontro di donne che si sviluppa tra le mura di un convento sotto le nevi d’inverno. Si prosegue poi il 14 novembre con la pellicola che affronta l’ebraismo: si tratta di My Australia di Ami Drozd. Polonia, 1960. Il piccolo Tadek e suo fratello, cresciuti come cattolici, fanno parte di una banda antisemita. Quando vengono arrestati, la madre, sopravvissuta all’Olocausto, non ha altra scelta che rivelare al maggiore che in realtà sono ebrei. Attraverso le avventure e il punto di vista ingenuo e saggio di Tadek, il film esplora con sensibilità e umorismo i concetti di famiglia, casa, patria e identità in un mondo che il trascorrere dei decenni non ha reso meno complesso. Chiusura il 21 novembre con film su tematiche dell’islamismo con una doppia proiezione: si parte con Slor rivelazioni, di Charlotte Schioler, si prosegue con Mariam di Faiza Ambah. Slør (tradotto liberamente in Ri-velazioni), pluripremiato, spiazzante cortometraggio su quel che ci attende quando, letteralmente, ci mettiamo nei panni dell’altro. Nella Francia del XXI secolo le sfide inedite della convivenza in un mondo trasformato dai fenomeni migratori, sullo sfondo delle tensioni tra le forze opposte della secolarizzazione e del ritorno del sacro. Sono le stesse coordinate entro cui prende forma la ribellione di Mariam, adolescente di origine araba che a scuola non vuole togliere il velo come impone la legge francese. Il film mostra la vita e i problemi delle seconde o terze generazioni.
Tommaso Cevoli