Solomon è un simpatico migrante, amante del calcio, sbarcato in Italia dopo un lungo girovagare tra Turchia, Grecia, Macedonia e Serbia con il miraggio del pallone. “Senza possedere più niente”, si salva solo grazie alla Bibbia che custodisce sotto una coperta.
Solomon è il protagonista di “Sogni”, il fumetto liberamente tratto da una storia vera, opera di Pablo Sartori e Danilo Grossi, che si è aggiudicato il “Fede a Strisce 2014”, il premio che viene attribuito a Rimini per il fumetto religioso. Unico in Italia, il riconoscimento è indetto dal festival Cartoon Club, ed è intitolato alla memoria del santarcangiolese Roberto Ramberti (1928-1995), attivamente impegnato per le persone diversamente abili ed emarginate. Da sempre vicino alla spiritualità francescana, apprezzava fumetti e cartoon umoristici e sapeva raccontare le barzellette. “Sogni” è apparso su Piccolo Missionario, la rivista dei comboniani che si “ostina” ancora a veicolare con il fumetto (praticamente tutto di produzione italiana) temi delicati e anche scottanti come quello dei migranti, della guerra e della fede.
Tra i finalisti del Premio si incontrano storie e personaggi che il più delle volte fugano ogni sospetto sulla capacità del linguaggio del fumetto di esprimere il Mistero e confrontarsi con la fede in maniera per nulla inadeguata o impertinente. Anche in vicende o pubblicazioni dove meno ce l’aspettiamo.
È il caso, ad esempio, del manga di Nakamura Hikaru, Saint Young Men (quattro volumi, edito da J-Pop) che mette in scena Gesù e Budda visti come due ragazzi che vivono assieme in un appartamento e devono sbarcare il lunario nella società attuale.
L’albo si è aggiudicato la menzione speciale della giuria. “È vero, la risoluzione è piuttosto lieve – ammette il teologo Brunetto Salvarani – ma resta il dato di aver affrontato un argomento «pesante» e tutt’altro che scontato, e di averlo fatto in maniera per nulla banale”.
Perché un premio al fumetto di senso religioso?
Coniugare la leggerezza di un ballon con le domande sul senso profondo della vita. Oppure allestire opere dal forte sapore allusivo. Il fumetto è in grado di dialogare con l’infinito attraverso accenti differenti. Per sua natura, la letteratura disegnata non si sottrae alla ricerca del sacro, alle suggestioni della fede e neppure alle espressioni più proprie del sentimento religioso.
Per il Premio, i giurati effettuano una vera e propria caccia alle opere, non di rado imbattendosi in storie “imprevedibili come ilMiraclemen di Alan Moore o serie ben realizzate come il don Camillo a fumetti” spiega il direttore dell’Area ragazzi dei periodici San Paolo, Stefano Gorla.
Il Mistero abita anche sulle nuvole, insomma. E sarebbe bene prestare maggiore attenzione al fumetto come linguaggio in grado di veicolare e trasmettere anche i contenuti della fede.“La situazione del fumetto esplicitamente religioso in Italia potrebbe essere definita come: «un bellissimo tesoro», in gran parte ignorato dalla critica” fa notare l’esperto Alessandro Bottero sventolando periodici come PM, appunto ma anche come il Giornalino che ha appena tagliato il traguardo dei 90 anni, del Messaggero dei Ragazzi e altre realtà più giovani. “Purtroppo le case editrici di seriali per edicola non toccano l’argomento religioso neppure con le molle, che si tratti di opere tradotte o prodotte”. Un’autocensura preventiva per evitare polemiche? Peccato. Un Premio come “Fede a Strisce” dimostra come si possa con stile parlare della ricerca ultima dell’uomo. Anche sulle nuvolette.
Tommaso Cevoli