Una volta le abitudini alimentari le dettavano mamme e nonne. Oggi le dettano, come molte altre cose, i social network. Non passa giorno infatti che non si trovino condivisi articoli del tenore “se mangi in questo posto/ se ti nutri di questo elemento è come se ti avveleni”. Poi, col meccanismo degli articoli correlati, capita il più delle volte che sotto compaiano anche articoli del tenore “la bufala del se mangi in questo posto/ se ti nutri di questo elemento è come se ti avveleni”. Entrambe le tesi tra l’altro corredate da inconfutabili elementi scientifici. Ma intanto a uno il dubbio gli è già venuto e comincia a farsi paranoie. Di recente è stato preso di mira in particolare un certo tipo di olio che risulta presente anche nella produzione commerciale della piadina romagnola. E uno comincia a farsi il calcolo di quante piadine prodotte con l’olio in questione ha consumato in vita sua e da quanto tempo si starebbe “avvelenando”. Ma a dare il colpo di grazia è l’apprendere che l’olio in questione era alla base di una nota crema alla nocciola della quale anche il sottoscritto ha abusato sovente sin da piccolo, e diverse volte pure in abbinamento con la piadina di cui sopra. Me tapino e incosciente, cosa ho fatto?
(P.S.: andato per andato, dovesse proprio essermi fatale “l’avvelenamento” seppellitemi con un barattolo di crema alla nocciola a fianco).