Non è un caso che l’attività del Banco Farmaceutico continui ad aumentare di anno in anno. Le richieste di farmaci sono maggiori perché maggiore è la fetta di popolazione che non può più permettersi le spese sanitarie. Ma il problema non riguarda solo le persone accolte dagli enti assistenziali: si acquista di meno anche negli ospedali, nelle Ausl, nelle famiglie.
Secondo i dati del Servizio Sanitario Regionale, nel 2012 la spesa farmaceutica territoriale ha subito un calo del 9,6% rispetto al 2011, mentre la spesa ospedaliera è aumentata dell’1,6%, valore comunque inferiore rispetto a quello dell’anno precedente, quando al segno + seguiva un 2,2%. La spesa convenzionata (farmaci distribuiti dalle farmacie del territorio su ricetta del Servizio Sanitario) è invece diminuita del 13%. Ciò si deve in parte al pagamento per fascia di reddito, in parte alla scadenza del brevetto di alcuni farmaci, che consente di acquistarne altri equivalenti a un prezzo più basso. Non a caso la spesa per i farmaci equivalenti, che nel 2005 rappresentava appena il 15% della spesa convenzionata totale, nel 2012 è salita al 50%. Infine, a contribuire alla riduzione della spesa, anche il calo dei consumi e del numero di ricette.
Insomma, nemmeno la sanità ha ancora sviluppato gli anticorpi necessari a combattere la crisi. E se da un lato il Servizio Sanitario cerca di risparmiare, dall’altro c’è chi risparmia sul Servizio Sanitario: in aumento il numero di italiani e stranieri che non possono permettersi l’assistenza sanitaria di base, che si rivolgono direttamente al Pronto Soccorso o agli sportelli della Caritas.
“Le famiglie riminesi si sono impoverite – spiega Cesare Giorgetti, Caritas di Rimini – hanno difficoltà a pagare le bollette, a pagare l’affitto e ora anche ad acquistare farmaci”. Da quando lo scorso aprile l’ufficio provinciale ha iniziato a distribuire i farmaci da banco, ogni giovedì mattina, sono state servite 121 persone, per un totale di 215 prestazioni. 74 uomini e 47 donne, 75 stranieri, per lo più provenienti dalla Romania e dal Marocco, e 46 italiani. “Noi chiediamo sempre la motivazione della richiesta, e la motivazione è sempre la stessa: le persone non hanno soldi”. C’è chi è senza casa, chi arriva dal Pronto Soccorso e non ha un medico che lo segua dopo essere stato dimesso, chi oltre alle medicine ha bisogno di consigli su come prendersi cura della propria salute.
Al primo posto tra i farmaci più richiesti la Tachipirina, seguita da sciroppi per la tosse, antinfiammatori, antidolorifici, cerotti e pomate. Ed è vero, come già detto dal responsabile provinciale del Banco Farmaceutico (vedi articolo sotto), che le scorte hanno vita breve. “Quest’anno siamo arrivati con il fiato sospeso”, spiega Giorgetti. Tant’ è vero che lo scorso settembre la Caritas si è appellata alle famiglie riminesi per ulteriori donazioni, fortunatamente arrivate. Ora si cercano nuove strade per migliorare ulteriormente l’assistenza: tra i futuri obiettivi della Caritas, la raccolta dei farmaci acquistati dalle famiglie e poi inutilizzati, insieme all’inserimento nella struttura di un medico volontario che possa visitare i pazienti e prescrivere ricette. “Nulla è confermato per ora” avvisa il responsabile della Caritas, che non vuole dare false speranze. Ma se il progetto, in collaborazione con il Banco Farmaceutico, dovesse andare a buon fine, si potrebbero finalmente raccogliere anche i farmaci soggetti a prescrizione medica.
Isabella Ciotti