Family Day 2016 – Il diritto del bambino, prima di tutto. E far risplendere la bellezza della famiglia naturale. Perché la manifestazione è “condivisibile” e l’obiettivo “è decisamente buono perché la famiglia è il fondamento di tutta la società” per il presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco. Anche Rimini si mobilita per il Family Day. E lo fa dal basso, con iniziative spontanee, “Non per contestare, o contro qualcuno, ma per dire in cosa crediamo”.
“Ogni bambino è un dono, non un prodotto. E perciò ritengo che non si possa parlare di un diritto al o sul bambino, ma del bambino: di essere riconosciuto, accolto, compreso dalla madre e dal padre; di una sicurezza e stabilità affettiva per scoprire la propria identità” è l’opinione del Vescovo di Rimini. Mons. Lambiasi rivolge un pensiero anche alla famiglia. “Lo Stato fa poco, pochissimo per onorare l’impegno costituzionale di sostenere le famiglie. Anche come Chiesa possiamo e dobbiamo fare di più. Perché la famiglia è la più grande coltivatrice dell’albero del futuro”.
Mobilitata anche l’associazione Pantòs di Riccione. Il presidente, Saul Bazzotti: “La presenza dei cattolici in questa occasione è fondamentale, ne va di un diritto naturale e sociale. Occorre farsi sentire per non richiuderci in sacrestia e non lasciare ad altri la vita sociale”. Pantòs ha persino realizzato un volantino e lanciato lo slogan: “Non lasciamo giocare la partita ad altri”.
A Corpolò partiranno almeno cento persone. La parrocchia riminese della Valmarecchia ospita le comunità neocatecumenali che hanno aderito alla manifestazione. Già pronti alcuni pullman ma in tanti raggiungeranno Roma in auto, pulmini o con mezzi propri.
Al santuario della Madonna della Misericordia a Rimini si sono preparati all’appuntamento in preghiera.
Oltre 300 riminesi hanno gremito il Santuario di Santa Chiara, in occasione de “Un’ora di guardia” (la catena di preghiere e digiuni che dai primi di gennaio sta coinvolgendo decine di migliaia di persone in tutta Italia), per chiedere il blocco del ddl-Cirinnà. L’appuntamento era stato auto-convocato in vista del Family Day di sabato prossimo a Roma, e dell’approdo in Parlamento del disegno di legge che vuole introdurre il matrimonio omosessuale e l’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso. Non c’erano sigle ufficiali di associazioni o movimenti diocesani, l’appuntamento è nato e si è sviluppato attraverso uno spontaneo tam-tam. L’avvocato Luca De Sio ha spiegato come il testo sia in contrasto con la legge naturale, il dettato costituzionale, oltre che con alcune verità essenziali della fede cristiana e cattolica. Il rettore del santuario ha guidato l’Adorazione Eucaristica e il rosario, con l’affidamento a Maria della soluzione: l’“arma totale” messa in campo in una battaglia che i cattolici (e tanti italiani a prescindere dai propri convincimenti religiosi e politici), avvertono di importanza decisiva, come hanno detto con chiarezza anche nelle ultime settimane Papa Francesco, il presidente della CEI card. Bagnasco, varie conferenze episcopali regionali e molti vescovi.
Aderisce convintamente alla manifestazione la Papa Giovanni XXIII. E l’invito del responsabile generale Giovanni Ramonda a “partecipare all’iniziativa di piazza, per dire un sì pieno alla vita e al dono della famiglia come pensata dal Creatore”<+testo>, ha subito trovato eco a Rimini. Molte le adesioni “per sostenere la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, quella prevista e tutelata dalla Costituzione Italiana, che non va confusa con altri tipi di unione”.
Scende in campo la sezione riminese del Comitato Difendiamo i nostri figli, in viaggio verso Roma (prenotazioni: www.istoriaviaggi.com). “Il ddl Cirinnà assimila le «unioni civili» alla famiglia. – dice il coordinatore Franco Boarelli – Garantendo l’adozione alle coppie omosessuali, aprirebbe la strada alla pratica vergognosa dell’«utero in affitto». Contrasta con la Costituzione”. Il Family Day del 30 gennaio sarà un’altra grande adunata festosa di famiglie. Saranno in piazza cattolici, protestanti, ebrei, islamici, atei dichiarati e omosessuali. “A prescindere dall’esito, giocarsela fino in fondo è responsabilità personale verso noi stessi, verso i giovani e verso l’Europa. Che l’Italia continui ad essere «una felice eccezione» nel consesso delle nazioni era l’auspicio di Giovanni Paolo II che noi prendiamo come compito”. Secondo il Comitato, in provincia sono già stati riempiti tanti pullman. Tra gli autobus e i gruppi auto-organizzati in treno e in auto, si stimano oltre 500 aderenti dal territorio.
Paolo Guiducci