Inchiesta. Cerchiamo di ricostruire una storia, nata male, continuata peggio, dove tutti i protagonisti dovrebbero fare un passo indietro, ma non lo fanno
Prendendo in prestito il nome che l’Amministrazione comunale riminese ha dato all’asse viario su cui affaccia, la storia della ex nuova questura di via Bassi, o meglio la mai nuova questura, non ha filato “dritto” sin dai primi passi.
Dalle vicende della società proprietaria Dama, prima il mancato accordo con il Ministero dell’interno per l’affitto dell’immobile, poi il conseguente fallimento della società, fino a tutto il lavorio dell’ex sindaco Andrea Gnassi per portare lì la cittadella della sicurezza (che ora vedrà la luce nella vicina ex caserma Giulio Cesare) . Un tentativo fallito nel momento in cui ha prevalso la possibilità di accorpare tutti gli uffici della polizia nel palazzo di piazzale Bornaccini.
Nemmeno lineare è l’esito dell’asta per l’acquisto dell’intero lotto di 58mila metri quadri.
Ad aggiudicarsi il tutto, il 12 maggio del 2021, era stata la Conad con un’offerta di 4 milioni di euro, base 1,5. Già all’epoca, si noti, l’assessora Roberta Frisoni aveva spiegato che in quell’area erano previsti metri quadrati destinati a residenziale, direzionale e commerciale, ma quel piano particolareggiato era decaduto e sarebbe spettato alla futura giunta comunale decidere cosa farne.
A colpi di scena
Il primo colpo di scena arriva prima di fine mese.
Il 29 maggio, nei tempi previsti dalla legge, ecco una nuova offerta, migliorativa, che permette al curatore fallimentare Andrea Ferri di programmare una nuova asta, il 1 luglio. La base corrisponderà all’offerta ricevuta: 4,9 milioni. A suon di rilanci vince la società Ariminum Sviluppo Immobiliare, Asi, per 14,5 milioni di euro; l’offerta Conad si ferma a 14 milioni.
C’è da dire che la cifra da subito è sembrata molto elevata per un’area al momento priva di pianificazione urbanistica.
Presto si è visto come ciò abbia inciso e cioè quanto Comune e Asi avessero idee diverse sullo sviluppo dell’area, dando vita ad un braccio di ferro che va ancora avanti.
Proponendo un accordo di programma per non attendere i tempi lunghi del piano urbanistico (il nuovo Pug) ancora da definire, nel giugno del 2022 Asi presenta Rimini Life, il suo progetto per riqualificare l’area ormai fortemente degradata. Il Comune sin da subito manifesta la sua contrarietà. L’idea più volte ribadita da palazzo Garampi, avendo altri campi aperti in zona, dallo stadio Neri alla ex caserma, è quella di affidare il futuro di via Bassi all’approvazione del Pug.
Rimini life
Il progetto ruota attorno alla demolizione del complesso, all’abbattimento delle cubature in favore del verde, alla creazione di spazi al servizio della collettività, ma soprattutto alla creazione di un supermercato. Si parla di 27.500 metri quadrati a disposizione della città, di cui: 13.100 di parco verde, 4.600 di viali, 9.800 di parcheggi. Si parla di un polo giovane da 12.500 metri quadrati: 1000 di asilo, 4.500 di studentato universitario, 1000 per la biblioteca, 6mila di polo universitario dove secondo i piani di Asi dovrebbe trovare posto la facoltà di Scienze Motorie.
L’edilizia pubblica, per 7.900 metri quadrati, per la quale il Comune in realtà sta andando avanti con la sua progettazione, da poco approvata in commissione urbanistica. Tutto molto bello, ma nulla pensato insieme a Palazzo Garampi.
Il nodo del supermercato
Nonostante la sconfitta in via Bassi, c’è da dire che il Gruppo Conad è proprietario di un terreno poco più avanti, in via Giuliani. Si tratta di un lotto di 20mila metri quadrati, anch’essi in attesa di pianificazione urbanistica. Di questi, 5mila metri sono stati messi a disposizione del Comune che ha prontamente ringraziato e ne ha fatto un’area di sosta gratuita, con 159 posti auto, da cui in estate si può raggiungere il mare lasciando l’auto e prendendo l’apposito shuttle gratuito. Lungo la strada, inoltre, sono da anni presenti un piccolo Conad, di fronte l’ospedale, e una Coop di medie dimensioni a via Lagomaggio.
Rispetto alla realizzazione del nuovo supermercato le perplessità del Comune di Rimini riguardano la superficie per i locali di servizio: 4.500 metri quadrati per laboratori, locali tecnici, celle frigo e altre attività possono sembrare un po’ eccessivi. Nelle recente commissione controllo e garanzia che ha avuto come tema proprio la questione di via Bassi, l’assessore al commercio del Comune di Rimini Juri Magrini ha sottolineato come per una superficie di vendita di 1.500 metri in genere siano adeguati 900 metri di servizi. Si può anche fare un esempio. Il Conad Lago, 2.500 metri quadrati dedicati alla vendita, dispone di 2mila metri quadrati in magazzini, aree di lavorazione e locali tecnici.
Qui nasce il timore dell’Amministrazione comunale che il nuovo supermercato in realtà sarà una base logistica per la gestione della spesa online in Romagna da parte di quello che sembra certo sarà il gestore dell’eventuale supermercato, la Esselunga.
Di fatto, la grande catena lombarda da Bologna gestisce molti clienti nel riminese (abbiamo chiesto i dati, ma non ci sono stati forniti). Per Palazzo Garampi, l’area è già abbastanza congestionata e non in grado di assorbire il peso di un polo logistico.
Al proposito, però, si può rilevare che sia il Conad Lago, sia la nuova Coop prevista nell’area Fox, sono state autorizzate in aree già molto congestionate.
“Non faremo un hub logistico, il progetto è chiaro su questo”, ha ribadito comunque in commissione il responsabile del progetto Rimini Life Marco Da Dalto.
I contenziosi
Asi ha presentato due ricorsi al Tar contro il Comune. Il primo, rigettato lo scorso marzo, era stato presentato perché la proprietà dell’area voleva impedire che i tecnici di Palazzo Garampi effettuassero le indagini geologiche nell’area dell’ex questura per la realizzazione dell’edilizia pubblica prevista.
Il secondo, invece, riguarda un fatto più sostanziale ai fini della storia. Ovvero il diniego alla pratica edilizia per la demolizione dell’edificio di via Bassi e per la realizzazione della struttura di vendita. A presentare la richiesta era stata la società Rimini retail, con Piero Aicardi, amministratore unico di Rimini Life. Una prima risposta da parte degli uffici comunali parlava di “parere positivo” che in ogni caso si sarebbe potuto trasformare in autorizzazione solo dopo il riconoscimento da parte di una Conferenza dei servizi dei requisiti urbanistici necessari. La risposta negativa è datata 17 aprile 2023.
L’interesse pubblico
Sulla presenza di un interesse pubblico o meno, in via Bassi, che giustificherebbe l’uso di un accordo di programma per la riqualificazione dell’area si gioca lo scontro tra maggioranza e opposizione. Secondo l’Amministrazione comunale l’interesse pubblico non c’è. È per questo che nemmeno c’è possibilità di un accordo di programma e si rimanda la pianificazione dell’area nell’ambito del nuovo Piano urbanistico generale, anche in considerazione dei progetti che insistono in quel quadrante urbano, dalla dismissione della Caserma Giulio Cesare, destinata a diventare nuova cittadella della sicurezza attraverso l’intervento coordinato dall’Agenzia del Demanio, e le prospettive di riqualificazione e modernizzazione dello Stadio Comunale Romeo Neri.
Secondo Asi e la totalità dei gruppi di opposizione invece la rigenerazione del lotto è rilevante per la sicurezza di un quartiere ormai tenuto in scacco dagli sbandati che hanno trovato casa nell’edificio abbandonato.
“ Io non ci passo più davanti”, racconta una residente.
“ Quando proprio devo, cerco di passare sempre dall’altro lato della strada”.
La questione dell’interesse pubblico potrebbe apparire un po’ ambigua se si pensa al semplice fatto che, hanno rilevato diversi consiglieri comunali in commissione controllo, nel caso del Conad Lago l’interesse pubblico previsto, la nuova piscina comunale, in realtà è venuto meno. Sarà di fatto realizzata a Viserba.
C’è infine la questione delle due palazzine di edilizia pubblica. Dopo il parere favorevole alla ratifica delle conclusioni della Conferenza dei servizi da parte della commissione urbanistica, l’affidamento dei lavori per 36 abitazioni di edilizia residenziale sociale ed edilizia residenziale pubblica è previsto per la primavera 2024. Entro il 2026 la consegna delle abitazioni.
La domanda è: gli inquilini saranno costretti a vivere in un’area che continuerà ad essere degradata?