Venti d’Erasmus. Il 2007 è stato l’anno del ventesimo compleanno del rinomato progetto universitario che ha portato una marea di giovani europei in giro per gli atenei di tutta l’Europa. Belli, giovani, sorridenti e motivati; ma anche amanti del divertimento, dell’alcol e degli esami semplificati. Questi venti anni li ha fatti diventare una categoria: ‘gli Erasmus’ che in molti casi vengono visti dall’esterno in modo poco lusinghiero.
La categoria si è ribellata, ha preso il coltello dalla parte del manico e ha fatto sentire la sua voce, attraverso uno studio che ha raccolto i pareri di 1500 studenti Erasmus che vivono la loro esperienza in atenei italiani, compreso quello di Rimini. Domenico Melpignano, Presidente dell’Associazione Erasmus Student Network di Rimini e responsabile della comunicazione a livello nazionale, tra gli ispiratori dello studio, assicura che anche gli Erasmus riminesi hanno risposto alle loro domande. Attualmente a Rimini ci sono 55 studenti Erasmus, arrivano da tutte le parti d’Europa anche se la comunità più importante per numero è quella spagnola.
Lo studio
I dati emersi da questa ricerca non sono per nulla confortanti. A farne subito le spese la proverbiale accoglienza italiana che viene subito messa sotto esame. Infatti, se il 97% degli intervistati dichiara di aver scelto l’Italia, perché “è un paese che mi è sempre piaciuto”, alla fine della permanenza solo il 60% ci ritornerebbe senza pensarci su due volte, l’altro 37% ci rifletterebbe e come. Primo problema, cui si aggiungono i giudizi poco lusinghieri sull’organizzazione delle Università, il costo della vita (cibo, divertimento e cultura), e l’accesso alle case. Per non parlare della scarsa conoscenza della lingua inglese, che spesso complica non poco le attività quotidiane di questi particolarissimi fuori sede. Un vero e proprio disastro. Ma guardiamo più da vicino i numeri.
Che confusione!
Il primo dato che viene rilevato arriva dal diretto confronto tra l’Università dalla quale si proviene e quella italiana. Bene, il 71% degli intervistati, nel confronto boccia quella italica. Il 17% non nota differenza alcuna, e solo il 12% la giudica migliore. La pietra dello scandalo sarebbe il pessimo stato delle strutture (39.6%), la scarsità dei servizi web (24.4%), la difficoltà nel raggiungere le informazioni (19.5%) e il livello di preparazione dei professori (16.5%).
Cara Italia
Per il 69% degli intervistati la voce di costo più incidente è l’affitto. Poi il cibo (14.5%) e i libri (4%). In generale l’83% degli intervistati spende di più rispetto al proprio paese. Case care, quindi, ma anche in un cattivo stato (29.1%), cui si aggiunge l’assenza di contratto (12.7%) e con gli italiani che a volte non vogliono affittare agli stranieri (20.8%).
Inglese, sconosciuto
Altro problema è quello della lingua. Non essendo l’italiano una lingua che tutti conoscono, molti degli studenti che arrivano fanno fatica a comunicare. Contro di loro anche la scarsa conoscenza dell’inglese nei luoghi strategici.
Quanto si avvicina questa fotografia alla realtà riminese, chiediamo a Domenico Melpignano?
“In realtà alcuni aspetti non toccano Rimini. Gli studenti Erasmus sono contenti dello stile di vita della città, e seppur riconoscendo che ci sono alcuni problemi con la lingua inglese, riconoscono che essi sono circoscritti ad alcuni settori. Il vero e proprio problema, quello più grande rimane l’abitazione e l’affitto. Non disponendo Rimini di un campus e di strutture destinate esclusivamente agli studenti si possono manifestare dei disagi. Ma l’impossibilità di trovare casa e i costi dell’affitto sono anche per gli studenti italiani, anche se per gli Erasmus si aggiunge una discriminazione in più. Capita spesso che si preferisce non affittare a stranieri, o si predilige l’affitto agli studenti solo per guadagnare di più. Per non parlare dei casi di affitto in nero, ma come detto questi sono problemi che affliggono tutti gli studenti”.
Angela De Rubeis